Savona: “Faremo un condono, turiamoci il naso ma finanzieremo così lo stop alla Fornero”

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Globalist
Fonte: Globalist

di Globalist  4 ottobre 2018

“Se si fa il condono fiscale, turiamoci il naso, ma siamo in grado di finanziare operazioni importanti, come l’intera Fornero”. Lo ha detto il ministro per gli Affari europei, Paolo Savona, in un incontro con i deputati italiani all’Europarlamento. “Lo abbiamo chiamata Pace Fiscale”, ha aggiunto Savona. La revisione della legge Fornero “è stata decisa perché siamo sufficientemente convinti che avrà un moltiplicatore dell’occupazione” in base al quale “ogni pensionato che va via trascinerà due giovani nel sistema”.

“La Bce e in particolare Draghi ha fatto veramente dei progressi. Vorrei un meccanismo per cui se un paese è sotto attacco, qualcuno offra uno scudo” ma “ritengo che non ci sia la minima possibilità che ci sia un default del debito pubblico italiano”, ha poi proseguito il ministro. “L’Italia è decisamente diversa dalla Grecia”. “Non ho nessuna idea di intraprendere un’azione contro l’euro”, ha agiunto. All’interno del governo il discorso di stare dentro l’Europa e l’euro “è uno dei punti cardine”,

Ma “Se non si inserisce nello statuto della Bce” la funzione di prestatore di ultima istanza e nel mercato dei cambi “non mi rassereno sul futuro della politica monetaria”. “Finché la politica monetaria procede chiedendo alla politica fiscale di essere al servizio della stabilità monetaria il sistema presenta dei gravi difetti”, ha detto poi Savona: “la politica fiscale deve avere un ruolo attivo per due obiettivi del trattato, la piena occupazione e la tutela del benessere sociale”, ma se viene affidata solo agli Stati membri “non puo’ funzionare”, ha aggiunto il ministro. “Con le ristrettezze di bilancio, la coperta corta, non riusciamo a soddisfare l’obiettivo della piena occupazione né a acquisire il consenso” per l’Ue e “alla fine della storia vi trovate voi i problemi”.

L’unico modo per costruire l’unità europea non è farsi la lotta sui singoli punti, se c’è troppa attenzione sulla stabilità, ma che si faccia la scuola europea comune”, ha poi concluso. Solo con una scuola europea comune “riusciamo a prendere l’argilla dei giovani e la trasformiamo nella creta europea che funzioni”, sottolineando di aver chiesto al ministero della pubblica amministrazione di muoversi in questo senso.

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