San Supermario imita Berlusconi e comincio a sospettare che sia una “tigre di carta”

per mafalda conti
Autore originale del testo: Giovanni La Torre
Fonte: i gessetti di Sylos
San Supermario imita Berlusconi e comincio a sospettare che sia una “tigre di carta”.
Vi ricordate quando B. era il Capo del governo? Appariva in Tv e sui media solo quando c’erano da dare le belle notizie. Anche quando accadevano grandi calamità naturali in qualsiasi parte del mondo, spariva dagli schermi Tv perché i suoi consiglieri, quelli che danno consigli idioti sulla comunicazione a suon di milioni, gli avevano detto che non bisognava associare la sua faccia a eventi negativi, ne avrebbe risentito l’immagine. Così ha fatto san Supermario, il quale quando c’era di comunicare nuove chiusure e lockdown, ha lasciato il compito a Speranza e Gelmini, quando c’era da comunicare che si danno dei soldi, si è presentato lui. Tra l’altro, e sia detto en passant, come volevasi dimostrare i soldi verranno dati a pioggia a tutti e non solo alle imprese meritevoli, come invece san Supermario aveva scritto a beneficio delle anime belle (e ignoranti).
Veniamo ora al sospetto. Sapete che a me piace giocare a fare lo psicanalista, d’altro canto il livello della nostra classe dirigente (non solo politica) ci spinge a indugiare sul divertimento più che sulla proposta, che sarebbe inutile. E allora vi voglio far notare un evento apparentemente irrilevante, ma che invece potrebbe risultare molto significativo e figurare a pieno titoli tra le “psicopatologie della vita quotidiana” di Freud.
In un recente discorso pubblico san Supermario a un certo punto, dopo aver letto sui fogli preparati un’espressione inglese si è lasciato sfuggire “chissà perché dobbiamo sempre usare tutte queste parole inglesi”. Ora, non si riprende mai un collaboratore (nella fattispecie chi ha ascritto il discorso) in pubblico, e questo Draghi dovrebbe saperlo perché ha gestito strutture numerose e qualificate, e quando un capo lo fa tradisce insicurezza, perché teme che il probabile rilievo possa essere indirizzato a lui stesso, e quindi va stornato subito da sé, perché si teme di non essere in grado poi di gestirlo. Nella fattispecie il rilievo da stornare sarebbe l’inglesemania tipica della finanza, ma potrebbe essere indice di un’insicurezza più generale dell’inquilino di Palazzo Chigi.
Se questa insicurezza di san Supermario è reale, fornirebbe un’altra spiegazione alla circostanza che si sia circondato solo di amici fidati nei dicasteri più delicati ai fini del Recovery Fund, e nei consiglieri di Palazzo Chigi: evitare il rischio di essere contraddetto da un politico cui poi non si sarebbe in grado di tener testa. Ma qui però san Supermario commetterebbe un errore di valutazione, perché i nostri politici sono incapaci di disegnare un futuro di sviluppo per l’Italia, ma sono bravissimi a capire il lato debole di un avversario politico. E allora potrebbe aver ragione Formica, il quale ha sostenuto che appena inizierà il semestre bianco, comincerà il tiro al bersaglio contro Draghi da parte dei partiti che oggi lo sostengono.
Ma, ripeto, il mio è solo un gioco.
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