Salvini, Savoini, i maschi e le amanti obliterate

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Silvestro Montanaro
Fonte: raiawadunia
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di Silvestro Montanaro – 13 luglio 2019

Al Viminale abita Alice nel paese delle meraviglie

E’ una vecchia regola maschile, degli uomini peggiori, quando vengono beccati in una situazione di flagrante adulterio.

” Non è come sembra”. ” Non la conosco. Non so perché sia in questo letto”.

Matteo Salvini, novella Alice nel paese delle meraviglie, giura e spergiura di non sapere nulla della sporca trattativa per assicurare alla Lega una tangente da 65 milioni di dollari in cambio del suo appoggio alla Russia di Putin.

” Mai visto un rublo”, giura con faccia truce. Magari erano euro o dollari, signor ministro?

” Savoini chi?”, si stupisce a proposito del faccendiere protagonista della trattativa intorno a un carico di petrolio che da una società russa sarebbe passato a una italiana lasciando nelle tasche della Lega un succoso 4%.

Ma come “Savoini chi?”. Lo smemorato di Collegno fa finta di ignorare che Savoini è stato suo portavoce. Che ha un ufficio negli uffici della Lega in via Bellerio. Che era presente a vertici tra Italia e Russia dove si è accreditati solo ai massimi livelli.

C’è poco da stupirsi visto che il comportamento del ministro della menzogna è sempre stato questo. Negare. Anche l’evidenza.

Anche dei 49 milioni sottratti fraudolentemente ai cittadini italiani, Salvini ha detto di non sapere nulla.

Da uno, che occupa una delle poltrone più importanti per la legalità nel nostro paese, è lecito aspettarsi atteggiamenti ben diversi.

Non sai nulla dei 49 milioni? Bene. Denuncia e prendi le distanze da chi ha ordito quella truffa. La Lega di Salvini si è ben guardata da denunciare l’amatissimo Umberto Bossi.

Non sai nulla di queste pratiche squallide di finanziamento del tuo partito, pratiche che svendono la politica estera del nostro paese e rasentano il tradimento? Allora denuncia Savoini. Sbattilo fuori dai tuoi uffici. E caccia via dal tuo staff chi gli ha permesso di essere in tanti delicati incontri internazionali. Chiamalo bandito, mariolo, imbroglione. Prendi le distanze.

Niente di tutto questo. Solo un miserabile ” non ho mai visto un rublo”.

Probabilmente in questo Salvini non mente. Forse quella scellerata trattativa non è andata in porto. Ma un ministro degli interni dovrebbe sapere che uno che tenta un furto, anche se non ci riesce, sempre ladro è.

Silvestro Montanaro

p.s. Appena un anno e poco più fa, di fronte a uno scandalo simile, avremmo assistito a una vera rivoluzione da parte del Movimento 5 Stelle. Ciò che ne resta, invece, a guida Luigi Di Maio, balbetta miseramente. Che pena!

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