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di Sandro Vanni, 13 maggio 2017
Fin da adolescente ho praticato la politica in modo attivo, con passione e curiosità intellettuale, avendo la fortuna di vivere una stagione ricca di fermenti culturali e di potermi confrontare con il pensiero di statisti, uomini politici e intellettuali di elevato spessore, culturale, umano e politico.
Chi si affaccia oggi alla politica, è costretto a rapportarsi con ciarlatani e venditori di pentole come Berlusconi, Renzi, Salvini e Grillo, e non può capire cosa abbiano rappresentato per la mia generazione, personaggi come Enrico Berlinguer, Pietro Ingrao, Nilde Jotti, Giancarlo Pajetta e Umberto Terracini, solo per citarne alcuni.
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Il panorama politico attuale è desolante: l’arroganza degli ignoranti è ormai cultura egemone, l’offesa prevale sul confronto, le televendite sui contenuti politici, la difesa dell’interesse privato su quello pubblico. L’unica libertà rimasta ai cittadini sembra essere quella di decidere da chi farsi comandare.
Mai come in questo momento, l’Italia ha avuto bisogno di una sinistra vera, capace di dare voce alla parte più sofferente della società spinta sempre più in basso dalla crisi economica e colpevolmente abbandonata proprio da chi ha la missione storica di tutelarla.
Per riconquistare la fiducia della “nostra gente” è necessario ricomporre la sinistra pezzo per pezzo e ricostruire una classe dirigente degna di questo nome.
La sinistra è ancora ricca di persone di cultura, d’intellettuali e di politici di spessore, dotate della capacità di analizzare, capire e interpretare la complessa società di oggi.
Negli ultimi anni le intelligenze sono state messe ai margini del confronto politico, da rampanti senza scrupoli completamente disinteressati al bene comune e animati solo dall’appagamento delle proprie ambizioni personali. La sinistra ha bisogno della cultura come l’aria; ecco perché queste persone vanno recuperate, subito, una ad una.
Tra loro c’è sicuramente il compagno Gianni Cuperlo, una delle menti pensanti più lucide della sinistra italiana, uomo di cultura non comune, di solida formazione politica, capace di proporre analisi e stimolare profonde riflessioni. Una persona autenticamente di sinistra alla quale è impossibile non voler bene.
Fa male vederlo non valorizzato, anzi deriso, umiliato e usato come foglia di fico da un bulletto di quartiere e dai suoi leccaculo, all’interno di un partito che ha ormai perso i valori e le finalità per cui era nato.
Eppure Cuperlo ha ancora molto da dare alla grande famiglia della sinistra italiana.
Per questo, da militante di Articolo 1 – MDP, faccio un appello e affido una missione a Bersani, Rossi, Speranza e a tutti i parlamentari e dirigenti della sinistra che lo conoscono personalmente: