di Alfredo Morganti – 29 agosto 2016
La politica dei rottamatori tra piani e annunci sempre più fantasiosi. Tanto poi, se c’è da ricostruire, convocano Errani.
L’ultimo piano annunciato dal governo riguarda la prevenzione dal rischio sismico. Anzi, per dirla tutta, siccome a Palazzo Chigi piace esagerare (almeno negli annunci), non si tratterebbe solo di prevenire il rischio di catastrofi sismiche con interventi specifici, ma di avviare un programma organico che preveda di tutto, persino la banda larga. Prima di questo piano, ve ne sono stati altri. Uno per ‘rammendare’ le periferie (ricordate?), secondo l’indicazione di Renzo Piano, che il premier convocò ad hoc, così come ha fatto in questi giorni a proposito del sisma. Un altro per il Sud, di cui davvero si perde persino la memoria. Poi c’è stato il piano per le pensioni anticipate, quello per la casa, quello contro la povertà, quell’altro per lo sviluppo delle energie rinnovabili o per tagliare le tasse magari a chi già non le paga… Un’infinità di piani, di annunci, di intenzioni, di articoli di giornale, di chiacchiere che si sono propagate ostinatamente per l’aere. E che talvolta hanno prodotto topolini, tal’altra nulla, tal’altra chissà cosa. Ma hanno sempre generato almeno un hashtag oppure un titolo, un claim: come Casa Italia, oppure Jobs act, ‘la buona scuola’, Sblocca Italia. E spesso solo quello o poc’altro. A chiacchiere tutti fenomeni, insomma. E i renziani in questo sono cavalli di razza, talenti purissimi. I Maradona delle conferenze stampa e dei retroscena. Date loro un annuncio e vi solleveranno il mondo, come il vecchio Archimede con una leva. Un annuncio è per sempre.
Dove il governo si è distinto, invece, è stato nel settore bonus, mance, sgravi, regalìe, prebende. Qui davvero è scattato il ‘detto/fatto’. Ce n’è stato per tutti: dipendenti, diciottenni, imprese, puerpere, poliziotti, esercito e chissà chi altro. Anche il contratto al risparmio per i dipendenti pubblici presto sarà niente più che la distribuzione di un bonus a taluni fortunati. Un effluvio a briglia sciolta, senza vuoto a rendere, di miliardi e miliardi che se fossero stati destinati ai piani di cui sopra, ammettendone ipoteticamente la bontà, sarebbero fruttati moltissimo in termini di investimenti e di posti di lavoro veri (altro che jobs act). Il piano per il lavoro della CGIL è un esempio concreto. Distribuire soldi è una cosa, difatti, passare all’incasso è facile, contare il consenso aleatorio che ne deriva è una goduria, ma andare oltre gli annunci e, nel caso, con risultati positivi, è tutt’altra. Tant’è vero che i rottamatori assurti al governo, dinanzi alla necessità di ricostruire dalle macerie (per loro davvero un gesto contro natura) e di affrontare la ricostruzione post-sisma, non si sono rivolti a uno di loro, magari a un creatore di hashtag tipo #ciaone, ma a un uomo di grandi competenze amministrative e di grande passione politica e dedizione come Vasco Errani. Un ricostruttore non un rottamatore. Mica sono scemi! Furbi sì, ma non scemi. Con la riserva di dare addosso all’ex Presidente emiliano nel caso insorgessero difficoltà o si prolungassero i tempi della ricostruzione, oppure di assumersi la gloria se tutto, come si spera, vada in porto.