di Antonio Gaeta, 21 settembre 2018
Breve premessa
Avrei voluto inserire una premessa più significativa. Tuttavia scrivendola ho capito che avrei rivelato la profezia che per ora resta celata nel racconto. Tale rivelazione avrebbe molto probabilmente distolto i lettori rispetto al percorso narrativo: motivo per cui detta profezia la troverete alla fine.
Devo confessare che da tempo ho voluto verificare con le pubblicazioni anche su FB la consistenza e l’accoglienza delle mie conoscenze in campo antropologico. Circa la consistenza sono ancora un ricercatore, circa l’accoglienza non é delle migliori. Questo mi ha indotto a mettere in campo un’altra dote umanistica, già sperimentata: quella di narratore. Tempo fa ho dato spazio a questa dote a Mosca, con pubblicazioni tradotte in russo, che ebbero molto successo. Tuttavia, non avrei potuto proseguire con le traduzioni dall’italiano, anche perché amo la nostra lingua e penso che sia un canale di comunicazione internazionale troppo trascurato, come bene culturale, dai governi che si sono succeduti. Vivere ogni manifestazione culturale in lingua Inglese ha l’odore della mercificazione a tutti i costi. Questo é tanto più vero quando si tratta di prodotti scientifici molto vicini agli interrogativi umanistici trattati dalla filosofia e dalla letteratura.
Per quanti sono interessati alle verifiche temporali, rivelo di aver assegnato ai capostipiti dei clan una numerazione basata sul metodo temporale delle “generazioni”. Molti paleontologi, con imitazione degli antropologi, stimano il tempo medio di una generazione in 20 anni. Pertanto, moltiplicando il numero assegnato al clan per 20, é possibile risalire alla datazione annuale intercorrente rispetto al 1′ clan.
Capitolo 1′ – Gli esordi
Il racconto inizia con la nascita di due esseri viventi dalla pelle scura per effetto degli intensi raggi solari, persistenti quasi tutti i giorni dell’anno. Essi appartengono ad un clan facente parte di una tra le varie specie della stessa famiglia genetica di esseri viventi: ovvero molto simili tra loro, comunque differenti per aspetto ed abilità nel cacciare e nel raccogliere doni spontanei della biosfera, offerti sotto forma di prede costituite da altre specie animali e di copiosi frutti spontanei.
Il nome con cui essi si identificarono fu quello di Foemina e Homo. Entrambi nacquero in Africa centrale, versante orientale, da coppie di individui dello stesso clan. Poi essi con i discendenti proseguirono la loro crescita, privilegiando le forme di selezione naturale gestite in forma collettiva. Era stato il loro clan a permettere a ciascuno di essi e dei loro discendenti di acquisire maggiori esperienze. Pertanto, Foemina e Homo non vollero abbandonare tale proficuo metodo e così ciascuna loro nuova acquisizione divenne patrimonio di ogni individuo dello stesso clan. Fu in tal modo che proseguirono in una graduale pacifica espansione delle conoscenze, trasmettendo le relative esperienze alle nuove generazioni.
Da allora, infatti, tante nuove generazioni con conseguenti crescite numeriche indussero ciascun individuo dei clan discendenti a scoprire e occupare pacificamente nuove aree della Grande Madre Terra. Questa continuò ad elargire frutti e prede naturali, con relative e conseguenti occupazioni di nuove aree, comunque in modo pacifico.
Come già le api, quando raggiungono un certo numero di individui capiscono che devono formare nuovi sciami, così i nuovi figli e nipoti di Foemina e Homo sciamarono in altri territori. In essi formarono nuovi clan, il cui nome dei capostipiti fu quello di Foemina e Homo 2, poi Foemina e Homo 3 e via di seguito, finché i clan discendenti di Foemina e Homo 2750 scoprirono territori molto più a nord dell’Africa centrale. Queste aree in seguito furono definite dalle popolazioni dei clan Foemina e Homo 4500 e discendenti: Medio Oriente ed Eurasia.
In quest’ultima, per effetto della decrescente intensità dei raggi solari e della conseguente necessità di indossare pellicce di altre specie animali, per proteggersi dal freddo, i clan discendenti da Foemina e Homo 4100 iniziarono a schiarire la pelle.. Tuttavia, durante l’intero percorso evolutivo tutti i clan discendenti da Foemina e Homo mantennero fede alla promessa fatta agli antenati di tramandare in qualche modo ai figli e nipoti le loro origini. Finché i clan discendenti da Foemina e Homo 4400 non decisero di dividersi le aree di influenza. Essi avevano constatato che le loro abilità stessero eliminando la concorrenza di tutti i clan delle specie cugine o comunque simili. Questa constatazione nei clan asiatici produsse un sentimento nuovo, che i clan europei successivi definirono “orgoglio”. (segue)