Roma: ho partecipato a riunione circolo PD sulle elezioni

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Laura Dalfi
Fonte: facebook

di Laura Dalfi – 16 gennaio 2016

Questa sera sono stata al Circolo PD di Donna Olimpia per sentire le strategie di una “Nuova architettura istituzionale di Roma”… una settimana fa questo incontro non era molto atteso, mi dicevo “Forse ci vado, forse no…” e poi, con ciò che è accaduto oggi, ha assunto un colore differente.

Immaginavo dentro di me una serata sulla candidatura di Giachetti e relativi sviluppi, oppure una serata di reale autocritica per poter pensare al futuro come cambiamento. Invece…

Ho trovato i soliti personaggi tronfi, pieni di sé, rappresentanti di un partito autoreferenziale, incapace di vedersi fallibile.

Nell’analisi della situazione attuale veniva evidenziato come il PD si trovi oggi di fronte ad una crisi politica e amministrativa dovuta non a cause personali, bensì a causa di una struttura di pubblica amministrazione obsoleta, lenta e non più governabile, con la proposta di attuare al meglio le potenzialità di una “città metropolitana” o, calcando un pochino la mano, pensare ad una “regione metropolitana”,

Insomma… Roma non è stato possibile governarla per un problema di struttura amministrativa… quindi mi chiedo: quale responsabilità di Ignazio Marino? Perchè doverlo sfiduciare? Boh… nessuno ha il coraggio di pronunciarsi, eppure si pensa al futuro. E come no… non si ricorda però che se passa la riforma costituzionale si cambia la legge elettorale e io non voterò più il sindaco di Roma, bensì un sindaco del mio comune che con altri costituisce l’area metropolitana….

Vi è poi un dato per me inaccettabile: si dà per scontato che il PD è unico degno di credibilità, mentre nella mia mente vi è la sconcertante domanda: ma come possono pensare che sia scontato che le persone abbiano già dimenticato o siano indifferenti a ciò che è accaduto non per una difficoltà amministrativa, bensì per una spietata volontà di potere che sorpassa la volontà democraticamente espressa dagli elettori.

Il mio sentimento era di sconcerto mi sono sentita non considerata. Pensavo nella mia mente “come possono queste persone non tenere in considerazione la volontà espressa che è stata calpestata?” Non voglio ripetere cose che già ci siamo detti, ma la guerra si è aperta, non possiamo più tirarci indietro.

Nel ricordare le scene passate, questo tempo che sembra dilatato perchè realmente sospeso, e allo stesso momento condensato, breve, intenso, ho cercato di pensare cosa mi è stato insegnato, cosa ho potuto imparare, perchè mi servirà per poter andare avanti turandomi il naso, ascoltando parole vuote, demagogia scontata, ormai vecchia e ammuffita.

C’è una cosa che ho imparato ed è che il mio posto è lì. Il mio sindaco nel promettere di non deluderci ha richiamato tutti dicendo “io ho bisogno di voi” e posso dire che non è parola al vento, è richiamare ciascuno alla propria responsabilità di elettore che non si limita nei 5 minuti di cabina elettorale. Siamo cittadini responsabili del nostro capire, conoscere, richiamare. Il voto è sacro ed è un patto di fiducia, dell’elettore verso il sindaco e del sindaco verso l’elettore.

Bene, questa sera ciò che mi ha permesso di non urlare è il pensare che non avrebbe giovato a nessuno, che io sono chiamata ad esserci e a ricordare, ad essere convinta, confermata nella mia decisione, sapendo di poter anzi dover richiamare il mio sindaco quando le cose non vanno. Beh, le cose non vanno e io lo dico ricordando i diversi richiami sentiti: il PD si sta suicidando perchè ha dimenticato la sua gente, ha dimenticato il suo essere DEMOCRATICO.

Io voglio un sindaco che mi guardi in faccia, che sappia sostenere il desiderio dei suoi elettori e lo faccia suo, Non voglio un finto umile romano che dall’alto del gianicolo mi parla di periferie…voglio un uomo vero che non mi guardi dall’alto verso il basso, che non mi dica ho paura ma mi dica “le vostre parole saranno nella mie mente e nel mio cuore” con gli occhi che guardano lontano, che vogliono futuro. Io voglio Ignazio Marino, nulla di più e nulla di meno! Voglio il sindaco che avevo votato. Voglio democrazia e non mi stancherò di turarmi il naso se questo servirà a tornare a sentirmi rispettata!

Io non mi stanco, io non mi abbatto, io non mi lascio rovinare il futuro! Io ci sono e ci credo fino in fondo!

marinoignazio

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