I riservisti
Di Alfredo Morganti – 4 settembre 2015
Il Pentagono dice che la ‘crisi’ migratoria durerà 20 anni. Io non la chiamerei crisi, direi piuttosto ‘rivoluzione’ demografica. C’è chi sostiene che nel corso dei decenni lo spostamento riguarderà almeno un miliardo di persone e un pezzo consistente del mondo si metterà in cammino. Sono queste le fasi in cui c’è una sorta di ‘riassetto’ globale, in cui la storia diventa gravida di eventi di lungo corso capaci di modificare le vite di tutti. Solo un politico altrettanto lungimirante coglie queste faglie rivoluzionarie, tenta di anticiparne gli effetti, prova a immaginare soluzioni che garantiscano uno svolgimento il più possibile efficace e coordinato degli eventi. Grandi politici, forgiati dalle guerre e dalle rivoluzioni, sorti alla prova di circostanze di immensa portata.
Oggi c’è penuria proprio di questo tipo di dirigente. Scomparsi i padri della Repubblica, l’attuale classe politica, l’attuale élite, quella che oggi arroga a sé i ministeri e i centri di comando, dà segno di acuta debolezza mista ad arroganza. Un mix terribile, a pensarci. Sono cresciuti con gli Iphone in mano, convinti che i tweet fossero il massimo punto di contatto con il mondo, e con uno spiccato senso per il potere, tale da gettarvisi sopra a corpo morto. Ma ciò non può bastare, ciò è al massimo utile per garantire delle carriere personali, non il disbrigo degli affari del mondo e dei popoli che vi abitano. La crisi economica più grande degli ultimi decenni, la rivoluzione demografica in corso, l’arrembare vincente della tecnica contro la politica non possono essere affrontati da questi scolaretti. Non ce la potranno mai fare.
Prendete Orban. Circonda l’Ungheria con un filo spinato e si ritrova in casa ondate di profughi e non sa più che fare. Prendete Renzi. Sta battagliando con la UE per ottenere due decimi di flessibilità e poter tagliare tasse a fini elettorali mentre il mondo attorno esplode di uomini e purtroppo di bambini. Prendete la Merkel. È asserragliata nel suo bunker berlinese mentre fuori di esso l’Europa salta sulle mine delle crisi in corso. Prendete Cameron. Crede ancora che l’Inghilterra sia un’isola. È una classe dirigente miope e presbite nel medesimo tempo: non riesce a vedere la prospettiva, e non sa curare nemmeno i propri affari correnti. Che fare? Ci sono due soluzioni, come sempre. Attendere che le rivoluzioni li spazzino via per inadeguatezza. Ciò accadrà, ma i tempi saranno lunghi e con loro verranno spazzati via anche gli innocenti. Oppure lavorare per frantumare l’attuale egemonia egoistico-liberale, aprendo finalmente un nuovo corso. Tempi lunghi, lunghissimi anche qui.
C’è una terza soluzione, però, in attesa che maturino le altre due. Richiamare i riservisti. Le famose riserve della Repubblica (e della sinistra). Che avranno pure le loro responsabilità, certo, ma almeno saprebbero garantire tempra e saggezza in una situazione davvero complessa, troppo complessa per gli sbarbati asserragliati al comando. Si tratta di difendere gli ultimi del mondo, i più poveri, i più disagiati, i più sofferenti. Si tratta almeno di impedire che i bambini muoiano, e fare in modo che il lavoro non uccida. Che nelle città si viva meglio. Che non si tagli linearmente la spesa pubblica. Che la scuola pubblica non muoia. È il minimo sindacale, direi, il ground zero della sinistra. Oltre ciò, oggi non scorgo altro, con tutta la buona volontà. In attesa che la lunga egemonia liberista esca di scena. Perché accadrà. E si possa di nuovo pensare in grande.