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Il blocco della contrattazione è costato ai dipendenti comunali 740 euro cadauno.
Ora questa la chiamano riduzione della spesa.
Hanno speso meno.
Ora certamente i Comuni hanno risparmiato ma non abbiamo visto con quel risparmio aumenti o le stesse prestazioni di servizi sociali. Anzi li abbiamo visto peggiorare e diminuire. Allora quel risparmio a cosa è servito? E non entro nella solita solfa populista, della corruzione, dei politici che rubano etc etc.
Perché allora si guarderebbe la questione da un punto di vista moralistico e io invece lo intendo guardare da un punto di vista economico e quindi se quella ricchezza si fosse consumata in corruzione si sarebbe trattato solo di uno spostamento della ricchezza da un certo settore della società, i lavoratori, ad un altro, i politici e imprenditori. Che avrebbero consumato comunque e quindi fatta girare la ruota.
Ma io sono convinto che non tutto il risparmio è andato in corruzione.
E se guardiamo la cosa da un altro punto di vista ci si rende conto che questo risparmio si è tradotto in minore capacità di spesa da parte dei consumatori. E di quei consumatori che non comprano beni di lusso, ma merce di prima necessità, per sopravvivere, Non hanno comprato per 740 euro viveri, pane pasta, carne e pesce, vestiti scarpe libri cinema pizza etc etc.
Allora ideologicamente nella scala dei valori sicuramente il risparmio viene posto fra i valori positivi e la spesa come negativo. Ma invece occorrerebbe domandarsi risparmiare per fare cosa? E spendere per cosa?
In una economia di mercato quella mancata spesa ha significato una minore circolazione di merce-danaro e se questa si riduce è il mercato che non gira più. L’economia basata sul mercato si ferma, si blocca. E infatti ci troviamo proprio in questa condizione.
Quella ricchezza sottratta , in parte è stata diversamente redistribuita ( corruzione, malavita etc etc) , ma una grossa parte è andata a rendite finanziarie , per pagare interessi a banche sopratutto straniere e quindi quella ricchezza “risparmiata” è uscita fuori dalla circolazione “virtuosa” denaro-merce-denaro, ma in quella più catastrofica per lo stesso dio mercato di cui si vantano le glorie, e cioè in denaro-rendita-denaro.