Rifondare la politica, rilanciare la sinistra, dare vita a un partito nuovo

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Alfredo Morganti

di Alfredo Morganti – 21 febbraio 2018

Compagni, attenti col gruppo di Repubblica-Espresso. Tira la campagna al PD, al governo dei ‘competenti’, alla sinistra che dovrebbe unirsi per ‘vincere’ come fa la destra. Agisce da ‘partito’ come al solito. Entra coi piedi nel piatto della competizione politica, invece di informare. È così da decenni, non ve ne meravigliate. Leggete, a questo proposito, i titoli di ‘Repubblica’ e ‘Stampa’ oggi. La prima avverte che “le larghe intese sono lontane”, e dunque non date retta a chi dice che Renzi e Berlusconi siano d’accordo. L’ex Cav, addirittura, avrebbe dei dubbi fortissimi sulla vera convenienza a pattuire con il toscano. Ergo, sublima ‘Repubblica’, votate PD senza remore. ‘La Stampa’, invece, spiega che Mattarella intende evitare il voto-bis, ed è probabile che voglia incaricare la coalizione che avrà più seggi, quindi il centrodestra. Anche qui è lo stesso invito: votate PD, sennò vince la destra, che così otterrà l’incarico.

Entrambi i giornali rassicurano sulla scarsa eventualità che destra e piddini si accordino. Entrambi garantiscono che il voto a Renzi non è un voto a Berlusconi, state tranquilli. Potete votare il toscano senza il rischio di inciuci. Anzi, il centrodestra è forte e avrà il mandato, bisogna perciò rafforzare il centrosinistra, e dunque il PD che ne è il nerbo. Che questa strategia editoriale fiancheggi gli intenti di Renzi appare evidente anche dalla testimonianza resa da quest’ultimo e riportata dalla Meli: “Attenti – dice il segretario del PD – Berlusconi punta al Colle”. E quindi non farà un inciucio con me. Per questo votate PD, perché bisogna fermare la destra. Non c’è pericolo, in sostanza, che il PD faccia larghe intese con l’ex Cavaliere. State sereni.

La verità è un’altra. Tutti andrebbero al governo a distribuire bonus, sgravi e marchette e a tagliare tasse. Pochi, aspirano ad andare a Palazzo Chigi davvero, ossia a governare. A primavera ci chiedono una manovra correttiva di 5 miliardi di euro, ci sarà da scrivere la Legge di Bilancio, la Libia è un problema grosso, l’immigrazione altrettanto, il lavoro peggio mi sento, altro che milione di posti di lavoro. Nessuno tra Berlusconi, Salvini, 5Stelle o Renzi è disposto ad andare da solo e a mettere in solitaria le mani nella melma dei problemi veri, mica le chiacchiere. Così si mandano messaggi. Il principale è il seguente: se ci saranno lacrime e sangue, bisognerà che se le intestino tutti, con una divisione equa delle responsabilità, poi si farà l’ennesima legge elettorale e quindi si andrà di nuovo al voto. La nostra classe politica, il triplice polo, non è composto di cuor di leoni, è terrorizzato all’idea che non si possano elargire regali ma che si debbano affrontare temi e questioni delicatissime come la precarietà o il lavoro che non c’è.

A questa ignavia ha portato la politica ridotta a marketing. Perché il marketing, poi, continua anche a Palazzo Chigi, e il clima è perennemente da campagna elettorale. È in questo ci sguazzano i guitti e gli arrivisti della politica, che occupano il proscenio e traccheggiano, animati solo da sciocche ambizioni personali. Il bisogno di sinistra, di un partito nuovo, di una storia nuova nasce da qui, da questa crisi di sistema, da questo disastro politico di fondo, da una classe dirigente vile, narcisa, incapace. 5, 6, 7% non importa: è la volontà di andare avanti assieme dopo il voto quello che conta, forti di una pattuglia parlamentare, facendo anche leva sulla crisi del PD, liberando risorse, indicando prospettive, fecondando una sinistra di lotta e di governo, antica e moderna assieme, capace di aggregare energie anche fuori di sé e oltre i propri steccati. Il voto a Liberi e Uguali, per questo, è pesantissimo ed è la speranza più grande. Lo sappiano per primi i nostri dirigenti.

Babelezon bookstore leggi che ti passa

Articoli correlati

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.