Fonte: PoliticaPrima.it
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di Giangiuseppe Gattuso – 23 dicembre 2014
È interessante osservare come funzionano certe cose e certi servizi in altri Paesi.
Dai trasporti alla manutenzione delle strade e dei fabbricati, dalle infrastrutture alla quantità e qualità dei servizi offerti. E, in primis, la pulizia e il sistema della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti urbani. La presenza di contenitori distribuiti sul territorio, i mezzi per lo spazzamento e il trasporto. Ė la peculiarità più evidente, non se ne può fare a meno. E spesso, resto stupito.
Mi fa impazzire, per esempio, constatare come in certi Paesi europei, ma anche in altri più lontani, e in qualche fortunata e virtuosa città italiana, i rifiuti costituiscono un’opportunità, una risorsa da sfruttare per farne profitti. O, ancora, l’utilizzo delle macchinette per riciclare contenitori di plastica, vetro e alluminio che restituiscono, pronto cassa, un corrispettivo in denaro appetibile. Al punto che questi ‘rifiuti’ vengono raccolti accuratamente da chiunque e, in questo modo, intelligentemente smaltiti e recuperati per il successivo utilizzo umano.
Così come la trasformazione di materiali di scarto opportunamente trattati che diventano prodotti per l’agricoltura e non solo. Ma mi rode anche sapere che ci sono posti dove l’immondizia viene utilizzata per produrre energia, e per il riscaldamento delle abitazioni. E questo grazie ad apparati tecnologici situati addirittura in centro città. Del tipo, per esempio, di quelli che a casa nostra scatenano aspre guerre di religione. Spesso strumentali, ridicole e dannose.
Insomma, emerge chiaramente come questo grave problema sia ancora tale solamente in alcune parti d’Italia e del sud in particolare. Una questione che crea forti disagi, danni ambientali vistosi e un impatto negativo per l’immagine dei nostri territori.
Ma non si tratta solamente del ‘disagio’ che ne deriva. In Sicilia, come in Campania, così come a Roma, c’è di più, molto di più. C’è il business che “ruota intorno”. Enorme. Attraente. Capace di scatenare interessi e corrompere chi non ha la struttura morale per farlo. Rifiuti solidi urbani, rifiuti speciali, rifiuti pericolosi, rifiuti tossici, rifiuti di ogni genere. E posti di lavoro, affari, società nate e cresciute per sfruttare il sistema malato, imprenditori conniventi, e la mafia, lucrano fior di quattrini sulla pelle dei cittadini. Senza alcun ritegno.
Nel passato c’erano le discariche, gigantesche, tante e sparpagliate ovunque. Molte delle quali abusive e fonti di gravissimi inquinamenti ambientali e conseguenze per la salute. L’emergenza è diventata la norma e in nome di questa sono state perpetrate le cose più immonde. Parecchie sono state, giustamente, chiuse e alcune messe in sicurezza e utilizzate come enormi bacini di conferimento dei rifiuti provenienti da comuni anche parecchio distanti.
E quindi spese in più per il ‘conferimento’ sulla base di tariffe molto variabili e spese costosissime per i trasporti. Uno spreco di risorse senza fine. Come quando, succede ancora, i rifiuti prendono il largo, via mare su enormi mercantili o su treni merci, verso i centri di smaltimento in Olanda o in Germania. Una cosa da rabbrividire.
I cosiddetti servizi per l’igiene ambientale, prima gestiti direttamente dai comuni, con costi e risultati anche dignitosi, sono stati trasferiti agli Ato (Ambiti territoriali ottimali…!). Carrozzoni inventati per creare posti di lavoro, prebende e poltrone utili a tutti. I risultati, disastrosi. Debiti accumulati senza fine. Personale in esubero, sprechi e servizi offerti al di sotto del livello della sufficienza. Per non parlare della raccolta differenziata. Una questione culturale ma che le amministrazioni non sono state capaci di farne sistema. In larga parte ancora una chimera.
E non se ne esce mai. Si continua a non risolvere il problema. Troppo difficile. Una questione che i governanti e gli amministratori ad ogni livello sembrano incapaci di affrontare, e a volte lo sono davvero. Come se ci fosse una maledizione. Mentre, invece, le ragioni risiedono nella mancanza di volontà. Il bagaglio di conoscenze ed esperienze di tante amministrazioni, italiane ed europee, è una fonte gratuita alla quale attingere a piene mani, se solo si volesse.
Meglio, molto meglio, invece, andare avanti di emergenza in emergenza, e soluzioni tampone per raffreddare le tensioni, e via. In questo modo siamo sicuri sarà molto più facile continuare a fare business. Alla faccia dei cittadini che pagano la tassa sui rifiuti tra le più care del pianeta.