Autore originale del testo: Giovanni La Torre
Fonte: i gessetti di Sylos
Fonte: i gessetti di Sylos
Repubblica & C. hanno taciuto che san Supermario è stato tenuto fuori la porta da Merkel e Macron
Nei giorni scorsi vi è stato un vertice tra Russia e Ue al quale hanno partecipato Putin, Macron e Merkel, di Draghi nemmeno l’ombra. Ovviamente la notizia è stata nascosta dai giornali tipo Repubblica che avevano finora sostenuto che Draghi aveva preso in mano le redini dell’Ue. Non sia mai avesse partecipato anche san Supermario alla riunione, avremmo letto titoli di questo tipo: “Draghi detta il ‘piano Russia’ e Merkel e Macron si adeguano”, oppure “Draghi mette in riga Putin di fronte a Merkel e Macron increduli”, oppure ancora “Draghi fissa la politica estera europea: è il turno della Russia”, e cose di questo genere.
Il premier Draghi conta in Europa e all’estero allo stesso modo in cui hanno contato gli altri premier italiani, cioè poco, tranne forse De Gasperi che ha contribuito a porre le basi dell’unione europea. Il fatto è che ancora oggi gli equilibri europei e internazionali sono quelli usciti dalla Seconda Guerra Mondiale, per i quali l’Italia è uno dei paesi sconfitti, anzi quello che ha inventato il fascismo, da cui poi è nato il nazismo, e quindi è uno dei responsabili morali della catastrofe della guerra (40 milioni di morti). Si dirà: e la Germania? La Germania ha compensato il suo nanismo politico e militare con la potenza economica, quindi non si può prescindere da essa, e comunque, se notate, si deve sempre appoggiare alla Francia, che è la vera potenza politica e militare dell’Ue. L’Italia invece, dopo il boom degli anni 50 e 60, ha rallentato la propria corsa, fino a evidenziare un vero e proprio declino da 25 anni a questa parte, quindi …
Questo del premier italiano che si impone sugli altri partner europei è uno dei tanti squilli di trombone che periodicamente torna tra i nostri politici e commentatori. Pensate che alla fine della Seconda Guerra, c’erano politici e commentatori che sostenevano che l’Italia non aveva perso la guerra, perché l’aveva persa solo Mussolini e il fascismo, e pretendevano di sedersi dalla parte dei vincitori al tavolo della Conferenza di Parigi. La cosa avrebbe suscitato molto probabilmente l’ilarità o il compatimento degli altri paesi se non ci fosse stato De Gasperi, il quale intervenendo disse: “Prendendo la parola in questo consesso mondiale sento che tutto, tranne la vostra personale cortesia, è contro di me”. Era una dichiarazione che evidenziava la consapevolezza del ruolo che aveva svolto l’Italia nel creare i presupposti della guerra disastrosa, ma allo stesso tempo la volontà di voltare pagina e accreditare il paese come nazione liberale e democratica che aveva definitivamente chiuso con l’esperienza fascista.
Fino a quando non torneremo a quella sobrietà (attenzione: non dico al senso di colpa), e non metteremo da parte il trombone, difficilmente ci potremo rialzare. Quando nel 1975 abbiamo partecipato al vertice di Rambouillet, dove è nato il G6 (che poi è diventato il G7 con l’ingresso del Canada), è perché siamo stati “chiamati” (esisteva già il G5) dalle altre potenze dato che la nostra forza economica era diventata tale che bisognava coinvolgerci per far sì che i provvedimenti concordati avessero poi un effetto concreto in tutto il mondo. Non avevamo detto “noi siamo importanti e bravi e quindi ci dovete chiamare”, è stato un evento conseguente è naturale.
Arrestiamo il declino, riprendiamo a crescere e vedrete che saranno gli altri a chiamarci, ma se continuiamo a suonare il trombone, susciteremo solo l’ilarità degli altri.