Renzi, il divisore

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Alfredo Morganti

di Alfredo Morganti – 8 ottobre 2016

Dice Franco Verderami sul Corsera che il PD “da quando Renzi è diventato premier si è diviso su tutto”. Non proprio direi, perché a colpi di fiducia Renzi ha raccolto spesso maggioranze schiaccianti in parlamento. A dimostrazione che la minoranza troppo è stata morbida nei suoi confronti. La verità comunque resta: Renzi premier ha diviso il PD, lo ha logorato, lo ha trasformato in una specie di agenzia di comunicazione, in una consorteria. Questo mi pare significativo e indubitabile. Ma ciò è tanto più grave se pensate che il premier è anche segretario del suo partito! Riformulando il tema, dovremmo dire che il segretario del PD ha diviso e logorato il suo stesso partito. E non si è trattato di eterogenesi dei fini, cioè di un errore, no. Renzi voleva dividere il suo partito, ha puntato tutto sulla divisione, tentando pure di dimostrare che la responsabilità fosse altrui, non sua.

E siccome il suo mandato era quello, dividere, logorare, sfaldare, sta continuando imperterrito. La sua condotta nella eterna campagna elettorale che dura da tre anni è da kamikaze. Sembra quasi che la sua sfida sia solo distruggere, non costruire, ricorrendo a tutto i mezzi possibili, provocazioni astiose e insulti personali compresi. Che vinca il Sì o vinca il No il risultato finale, vedrete, sarà lo stesso, esattamente quello voluto da Renzi: il ground zero della sinistra. Il livello più basso dal dopoguerra a oggi, quello da cui si dovrà ripartire senza illusioni. Non basterà un capo, né abilità comunicativa, né invenzioni linguistiche, perché anche da qui è iniziata la fine. Servirà invece cultura politica, etica, organizzazione, sentimento, pensiero, idee adeguate ai tempi e alla necessità di trasformare gli assetti di potere e sociali del Paese, immettendo più giustizia sociale laddove un abisso separa ormai i primi dagli ultimi della piramide sociale.

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