Renzi ha sbagliato tutto sul partito della nazione

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Lucia Del Grosso
Url fonte: http://www.luciadelgrosso.it/?p=1178

di Lucia Del Grosso – 25 ottobre 2014

NE’ PARTITO DELLA NAZIONE NE’ PARTITO DEL PARTITO

Prendo lo spunto dall’esasperata risposta di Alfredo Reichlin a Matteo Renzi a proposito del partito della nazione. Gli ha detto pressappoco: guarda che io quando parlavo di Partito della Nazione non intendevo che lo vota tutta la nazione, destra, centro, sinistra, lavoratori, disoccupati, finanzieri, il 41%, ma anche il 50, il 60 e tutto il cocuzzaro, perché il “nuovo” piace a tutti, soprattutto perché non si sa di preciso cos’è. Intendevo il partito che è della nazione perché si fa carico dei problemi della nazione e la traina fuori dallo sfacelo economico, politico, istituzionale e morale in cui è sprofondata con un progetto credibile e coerente.

Quindi è il progetto quello che fa di un partito il partito della nazione, non il 41%, che è strumentale alla realizzazione del progetto e non viceversa.

E che cosa deve avere al centro questo progetto se non il vero fulcro della crisi, cioè la svalutazione del lavoro, che dobbiamo ringraziare di disuguaglianze sociali inaudite, come non se ne vedevano dall’Ottocento? O vuoi partite da un argomento a piacere, uno a caso trattato in uno dei tavoli della Leopolda e sviluppato in un tweet?

E qua il tuo partito della nazione già si restringe, perché un bel pezzo di società che soffre di malpagato, precario, svalutato o nessun lavoro oggi era in piazza e non alla Leopolda a protestare contro il tuo governo. E non solo: c’era anche un bel pezzo di PD: un po’ presuntuoso pretendere di essere il partito della nazione quando non si riesce ad essere neanche il partito del partito.

Per cui puoi fare pure cappotto alle elezioni con i voti che ti travaserà Berlusconi in disarmo, Scelta Civica in liquefazione e Migliore appostato nei pressi del seggio lasciato vacante da De Magistris (immagino il voto suo e di una ristretta cerchia di amici e parenti), ma questo non farà del tuo PD il partito della nazione, né nel senso nobile richiamato da Reichlin, né nel senso che gli attribuite tu e i tuoi comunicatori: nel primo senso perché la giornata di oggi ha dimostrato una vasta opposizione al Jobs Act dei lavoratori e nessuno può essere tanto pazzo da concepire un partito della nazione senza i lavoratori. Nel secondo senso perché è più che probabile che dietro quelle bandiere ci siano molti voti persi.

PS: io credo che oggi i dirigenti della sinistra PD che erano presenti alla manifestazione si siano resi conto che forse è il caso di rivedere l’idea troppo pessimistica che si erano fatti del corpaccione del PD: è vero che la nostra gente è sensibile al richiamo di chi le dà soddisfazioni alle urne e non si chiede troppo se quei consensi saranno mantenuti; è vero che è incline al conformismo e ad acquattarsi sotto l’autorità del capo. Ma oggi la gente del PD si è mossa senza l’organizzazione del partito, anzi contro l’apparato che ha vinto il congresso.

La sinistra ce l’ha dentro, le scorre dentro le vene. Ha solo bisogno del richiamo della foresta, di parole che parlano di lavoro, uguaglianza, diritti.

Ditecele, saremo in molti ad ascoltarle.

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foto di A.M.

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2 commenti

Antonino Spartacus Trovato 27 Ottobre 2014 - 11:52

E’ un’ analisi precisa e seria , che condivido , aggiungendo che senza governabilità sociale non ci sarà governabilità politica . Non si può continuare a parlare con gli slogan , se si vuole veramente affrontare i gravi problemi che assillano le famiglie italiane e non solo.Le conclusioni di sfida del novello premier avranno le giuste risposte dentro e fuori il PD ,perchè i valori della vera sinistra sono dentro di noi e non permetteremo a nessuno di calpestarli .

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paolo macchi 28 Ottobre 2014 - 18:34

Parole che condivido.

GATTO ROSSO

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