Fonte: Fondazione Pintor
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Valentino Parlato, 30 dicembre 2014
Sono assolutamente contrario alla politica del giovane e instancabile Matteo Renzi, tuttavia vorrei dargli un consiglio: leggere o (più probabilmente rileggere) un aureo scritto di Luigi Einaudi sull’imposta straordinaria patrimoniale pubblicato nel marzo del lontano 1946, quando bisognava far ripartire l’economia italiana dopo la guerra e il collasso economico. Anche adesso l’economia italiana non sta tanto bene.
L’economia non sta bene e io, qui, non scrivo niente di mio: ripeto parti del saggio di Einaudi:
“ Il miracolo che la straordinaria patrimoniale deve compiere è dare, per la prima volta ai contribuenti italiani, coi fatti e non con le prediche di noialtri economisti, la sensazione precisa che si vuole mutare rotta, che è finita l’era lunga dell’incremento continuo ed esasperante delle imposte ordinarie sul reddito. Gli aumenti d’ora in poi saranno riservati ai momenti di pericolo, alle grandi opere trasformatrici.”
La patrimoniale – scrivo io – serve a colpire la ricchezza malamente accumulata in questi anni di disordine e a fare in modo che il peso “di molte inspiegabili imposte sul reddito sia ridotto a un limite ragionevole.” Di conseguenza varare al più presto una patrimoniale anche se Francesco Giavazzi, che ha curato la pubblicazione del testo di Einaudi, così conclude a proposito della patrimoniale: “lasciamola – come scrive Einaudi – per il giorno in cui avremo governanti sulla cui credibilità nessun contribuente potrà nutrire dubbi – se mai verranno.”
Matteo Renzi se facesse la patrimoniale si potrebbe affermare un governante credibile. Gioverebbe molto al suo prestigio e alla sua forza nell’attuale difficile impresa che sta affrontando.
Auguri.