Regionali 2015. Chi ha vinto e chi ha perso

per Gabriella
Autore originale del testo: Giangiuseppe Gattuso
Fonte: Politica prima.it
Url fonte: http://www.politicaprima.com/2015/06/pd-forza-italia-lega-m5s-regionali-2015.html

di Giangiuseppe Gattuso – 2 giugno 2015

Cosa ė successo domenica 31 Maggio 2015. Cerchiamo di fare un esame ragionato sui risultati veri nelle sette regioni al voto per l’elezione dei presidenti e dei consigli regionali. Un test importante per sentire dalla voce vera dei cittadini, quali sono le indicazioni e le tendenze politiche. Niente più del voto può rappresentarle.

AstensioneIl primo dato, sempre preoccupante, in aumento e oramai consolidato, ė quello dell’astensione. Un elettore su due è rimasto a casa. Un misto di indifferenza, assenza di senso civico, irresponsabilità, delusione, protesta. Qualcosa di cui le forze politiche non sono ancora riuscite ad arginare. Un grave vulnus per la democrazia. Un inconsapevole errore degli elettori che credono così di “punire” i politici cattivi per le loro nefandezze. Il risultato è esattamente opposto. Non si fa altro che rinunciare a quella parte, piccola quanto si vuole, dose di sovranità che appartiene ad ogni cittadino delegandola, di fatto, proprio a chi si vorrebbe combattere. Un disastro. Ma andiamo oltre.

Matteo Renzi in AfganistanAltro dato significativo riguarda la frenata del Partito Democratico che perde una regione simbolo come la Liguria e ottiene un risultato catastrofico nel Veneto. Vince, e non è poco, nelle altre cinque regioni. Ma con una certa difficoltà, lasciando sul campo molti voti e con percentuali lontane dall’enorme successo delle Europee del 25 maggio 2014.

rosybindi_sinistra_zoomR439_thumb400x275In totale adesso governa in 16 regioni su 20. E considerato il notevole peso e le competenze delle regioni stesse, è una grande responsabilità. Uno strumento di governo importante per dimostrare cosa si vuole e si sa fare veramente per i cittadini. Vedremo se ci saranno conseguenze e se il partito egemone riuscirà a trovare una sua identità ricomponendo le gravi fratture interne. Una situazione delicata.

Matteo Salvini ruspaChi vince è indubbiamente la Lega Nord di Salvini. Una campagna elettorale fatta con fine intelligenza cogliendo e accarezzando i sentimenti più profondi della popolazione, quelli di pancia. Coprendo costantemente ogni spazio mediatico disponibile. Hanno funzionato le ruspe per spianare i campi Rom, il blocco degli sbarchi dei cosiddetti clandestini, la guerra alla legge Fornero, e via dicendo. Ha avuto anche il coraggio di ‘sbarcare’ al sud e presentare, per esempio ad Agrigento, una lista e un candidato a sindaco, Marco Marcolin, che ha raccolto pure un discreto risultato, il 9,15%. Da non crederci. Ha vinto, però, con il vento in poppa Lillo Firetto, il candidato di Alfano e del PD. Gli agrigentini, pare, avranno l’acqua tutti i giorni. E verrà riaperto, sulla Palermo Agrigento, il viadotto ‘Scorciavacche’, quello del Tweet di Renzi, chiuso qualche giorno dopo l’inaugurazione a fine 2014. Contenti loro.

Silvio BerlusconiForza Italia trainata dalla Lega è riuscita a sopravvivere. Ha continuato a perdere voti ovunque ma ha ottenuto la guida della regione Liguria con Giovanni Toti. Anche questo da non crederci. Chissà come si riorganizzerà il centro destra e se ancora riuscirà a farlo Silvio Berlusconi, Salvini (e Alfano?) permettendo.

E andiamo ai grillini. Sono arrivati di colpo, come una valanga, nel 2013 e, credendoci, si erano illusi di poter cambiare velocemente il sistema. Inesperienza, ingenuità, assieme a qualche esagerazione di troppo, Luigi Di Maiohanno limitato la loro azione. Senza dubbio la loro presenza ha spinto moltissimo le altre forze politiche a cambiamenti significativi e sicuramente hanno determinato una reazione degli apparati facendone un fronte comune. Insomma tutti contro. Dall’affermazione del 2013 hanno subito un calo fisiologico. In questa occasione hanno dimostrato di saper camminare da soli affrancandosi quasi completamente dal fondatore del movimento. “Un’affermazione di esistenza”, l’ha definito benissimo Luigi Di Maio. Dovranno lavorare ancora, dovranno crescere di più, dovranno spiegare meglio la loro presenza e le loro ragioni e, principalmente, lo spirito e la passione che li spinge.

Alla domanda che mi è stata posta, se soddisfatto o meno dei risultati elettorali, rispondo semplicemente che sono ‘consapevole’. Dell’evidente tendenza dei cittadini alla pigrizia, alla disattenzione e all’indifferenza. Di ciò che è il panorama politico del nostro Paese, e del livello di maturità degli elettori, del fatto che c’è ancora tanto da fare. E che, nonostante tutto, c’è ancora una qualche speranza.

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