di Antonio Gaeta – 11 ottobre 2016
Nel suo articolo pubblicato domenica 9.10.16 su Il Manifesto, Aldo Carra, nell’esaminare le 3 ragioni del SI circa il referendum costituzionale, mette in evidenza qualcosa di nuovo e allo stesso tempo allarmante che, a mio avviso, occorre prendere in seria considerazione, per attivare gli anticorpi.
Egli, infatti, scrive: «Personalmente penso che dovremo saper distinguere tra scelte tattiche e scelte strategiche e che, una volta per tutte, dobbiamo riconoscere al progetto renziano una sua coerenza ed una sua visione senza ridurlo ad un berlusconismo d’accatto. Berlusconi aveva una sua visione, ma essa era fortemente intrecciata con interessi personali, che la rendevano permeabile e disponibile a compromessi.
Renzi a mio parere si colloca su quella traccia ideale, ma è un animale politico, contaminato certo anche da interessi locali ed amical-familiari, ma che esprime una visione di fondo della democrazia e del potere. Una visione coltivata dalle sue parti già prima dell’avvento di Berlusconi, ma che, come si sta vedendo nel suo sapersi muovere a livello internazionale, è nuova ed è funzionale alle attuali esigenze del capitalismo globalizzato e finanziarizzato. In questa fase terminale del capitalismo, infatti, i livelli decisionali si sono spostati sempre più in alto: verso organismi sovranazionali !
In questo contesto assetti istituzionali che danno voce ai popoli ed alle loro rappresentanze istituzionali sono considerati lussi, che non ci possiamo più permettere ! L’ideologia renziana, la rottamazione ed il cambiamento, la velocità ed il decisionismo, la relazione diretta premier-popolo, facilitata dai nuovi media, non sono elementi di colore del “ragazzotto di Rignano”, ma pilastri fondanti di una ideologia precisa.
I disegni collegati di una Costituzione velocizzata, di poteri del premier rafforzati con una sola Camera, composta da candidati da lui scelti e un partito super premiato (istituzionalmente, ndr), sono i pilastri di un nuovo edificio. Un edificio tenuto insieme, nelle intenzioni, da un nuovo partito ricostruito dal basso con i comitati per il sì, che nascono a sua immagine e somiglianza. Quindi, un unicum ben preciso: nuova costituzione, nuova legge elettorale, nuovo partito. Questo è il disegno ! Ambizioso e sul quale oggi gran parte dei vertici del partito sembra ritrovarsi !»
Tale veritiera constatazione induce a capire anche di più la stupida ostinazione di Eugenio Scalfari, nel confondere il regime democratico con quello oligarchico.
Nel suo articolo di oggi “Un posto al volante solo per chi vota SI”, Valentino Parlato, ancora su Il Manifesto, mette in evidenza come più ‘menti’ (una volta democratiche) convergano verso una comune teoria: quella della necessità di sostituire la nostra democrazia con un’oligarchia !
Egli, infatti, scrive: «Su Il Manifesto, che ha qualche anno in più di La Repubblica, potremmo usare lo stesso titolo (rispetto a quello di Scalfari,ndr). Tuttavia, per denunziare lo stato presente delle cose, per sostenere che in democrazia i cittadini non devono rassegnarsi a essere passivi passeggeri, ma debbono avere le mani sul volante e che per realizzare questo obiettivo bisogna superare il capitalismo e realizzare il socialismo. So bene che Scalfari, magari con un sorriso di sufficienza, ci risponderebbe che con la gloriosa rivoluzione d’ottobre solo Stalin aveva le mani sul volante: non c’era una oligarchia, governo di pochi, ma una dittatura, governo di uno solo e Scalfari ricorda certamente la radiazione dal Pci di quelli del Il Manifesto che non volevano l’oligarchia. Il nostro gruppo voleva e vuole, come si tenta fin dai tempi della rivoluzione francese, una società nella quale i cittadini e soprattutto i lavoratori abbiano voce in capitolo e la sovranità appartenga a loro e non ai pochi oligarchi che con la forza si sono conquistati un posto al volante e che ora al referendum del prossimo 4 dicembre voteranno Sì, come temo voglia fare anche Scalfari.
Quindi mi dichiaro decisamente contrario all’oligarchia scalfariana, ma mi viene il dubbio che una personalità come la sua, che ha studiato e conosce la società italiana, ci voglia dire: “Cari italiani, siamo in un sistema capitalistico, nel quale l’unica forma di democrazia possibile è l’oligarchia, il governo di pochi, (un po’ meglio della dittatura, dice lui), contentatevi e non cadete nella vecchia trappola del socialismo !”. Parola di Scalfari.»
Ecco che, quindi, corre l’obbligo di prendere in attenta considerazione ciò che Aldo Carra commenta alla fine del suo articolo: «Prendiamolo sul serio Renzi ! Riconosciamogli la dignità di una sua visione politica». Avversiamolo nel merito del suo progetto oligarchico, io aggiungo ! Facciamo capire ai suoi elettori che la posta in gioco é molto più alta, di ciò che essi stessi credono ! Se essi intendono votare SI, per spirito di appartenenza, facciamo loro capire che tipo di appartenenza realmente é quella della visione politica renziana ! Facciamo capire che la battaglia non é tra il vecchio e il nuovo, ma tra due visioni politiche contrapposte, di cui la nostra da loro maggiore valore e speranza ! Come scrive anche Carra, non é vero che dal ’44 ad oggi niente é cambiato e che tutti noi aspettavamo il venticello renziano, per poter respirare. Facciamo loro capire di essere comunque consapevoli che, passato il Referendum dopo l’auspicata vittoria del NO, sappiamo che dobbiamo affrontare problemi enormi, che richiedono una forte capacità di ria-aggregazione del fronte democratico, con al centro i problemi del Paese, che sono gli stessi del suo popolo. Tutto il contrario delle politiche oligarchiche, fatte di annunci, per dividere gli avversari !
1 commento
Assolutamente d’accordo.