Autore originale del testo: Fausto Anderlini
Il gioco del cerino
Atteso che voterò No, mi guardo intorno e scopro inorridito la compagnia di giro che va per la maggiore nella folta schiera dei ‘negazionisti’. Grosso plotone di renziani di ritorno (i quali si batterono per il Si alla riforma Renzi usando come slogan il ‘taglio dei politici’) e persino i leader della destra che ora invitano alla ‘libertà di coscienza’. L’intento è evidente: vibrare un uppercut ai 5S, destabilizzandoli più di quanto già lo siano e complicare la vita al governo giallo rosso. A veder bene lo scopo no è di colpire gli ultimi epigoni di quella lotta alla ‘casta’ di cui tutti sono stati fieri spigolatori, ma proprio l’inclinazione politica sana che alberga nei grillini: la lotta alle diseguaglianze, la vocazione a redistribuire il reddito verso il basso, il richiamo a un rinnovato interventismo statale, la sensibilità verso l’ambiente e la gestione dei beni comuni, e l’estraneità alle lobby dei potentati economici. Per intereposto argomento. La mira è il lato buono, di ‘sinistra’, dei 5S non quello caduco dei costi della politica. Il bersaglio vero è il vituperato ‘assistenzialismo’ dei 5S. Un baluardo contro la volontà di dare i soldi in arrivo a chi li ha, contro coloro che dicono di voler limitare il debito, ma in realtà vogliono aumentare il credito dei danarosi.
La lotta alla ‘casta’, il più sciagurato depistamento ideologico (e sociologico) occorso a questo paese cominciò con la campagna avviata dal giornale di lor signori (Il Corriere) e si monumentalizzò in quello sconcio libretto di Stella e Rizzo (due coglioni di terza fila del giornalismo cui capitò di ficcare il piccone in una vera aurifera promettente). Dopo il 2005 la sinistra si trovo a governare tutte le regioni (meno tre) tutte le aree urbane, la più gran parte dei comuni e delle province. Il peso del ceto politico diffuso si spostò a sinistra in modo clamoroso ed è per questo che lor signori si travestirono da poveri paria. Cogliendo maliziosamente il punto debole che poteva far male. Adesso sono gli stessi che si ripresentano come vergini costituzionali per lasciare il cerino delle loro malefatte (che non servono più al loro scopo) in mano ai 5S.
Ecco: atteso che voterò No, la compagnia è imbarazzante, e qualche rondine che amo, haimè, non fa primavera. Trovarsi poi nel novero dei ‘liberati di coscienza’ dei fascio-leghisti non mi fa dormire la notte. Vi confesso, cari amici e compagni, comincio a percepire il mio sano conservatorismo costituzionale che mi inclina favorevolmente al No come becchime per polli.