Fonte: politicaPrima
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In Italia si parla da qualche anno di “reddito di cittadinanza”.
E proposte come quella del Movimento 5 Stelle non sembrano poi tanto peregrine o irrealizzabili.
Il reddito di base, non legato al lavoro, è un’idea che si sta imponendo come potenzialmente vincente. Immaginate che qualcuno metta a vostra disposizione mensilmente una somma di denaro, diciamo alcune centinaia di euro che voi potete spendere come più vi piace.
Cosa pensereste di fare con questo denaro?
Diciamo che prima di rispondere bisogna riflettere un poco; ognuno ha le sue esigenze. Io andrei in America a visitare le mie figlie e i miei nipoti. Qualche altro pagherebbe i suoi debiti o magari proverebbe a cambiare autovettura, altri si toglierebbero qualche sfizio. Insomma, non ci vuole molto sforzo a trovare buoni motivi per spendere quel denaro.
Ma chi darebbe questo denaro?, è facile pensare ad una provocazione. E invece non è una provocazione.
Nel mondo ci sono tanti tra intellettuali e imprenditori, alcuni dei quali operanti nell’americana Silicon Valley, il centro mondiale del progresso tecnologico che pensano ad un reddito base come alla soluzione di tanti problemi tra cui la disuguaglianza del reddito o la differenza nella retribuzione del lavoro tra uomini e donne.
L’idea è quella di assegnare ai cittadini una specie di stipendio calcolato in circa 800 euro al mese, una cosa che già l’amministrazione comunale della città di Utrecht (Olanda) sta valutando e pensando di realizzare.
In Svizzera, nel prossimo giugno si terrà addirittura un referendum proprio sul reddito di base.
Ovunque nel mondo stanno spuntando campagne per studiare e sostenere questa idea.
In America Paul Graham, finanziatore di una interessantissima ”Start un Y Combiator” ha destinato una ingente somma di denaro per studiare la fattibilità della teoria del reddito di base.
In Germania addirittura c’è un’iniziativa chiamata “Mein Grundeinkommen” (il mio reddito di base) che sta cercando di ASSEGNARE uno stipendio base al maggior numero di persone possibile e ha già raccolto 250mila donazioni. Nel sito, rigorosamente in tedesco, c’è addirittura l’opzione che permette di essere inseriti come possibili fruitori del reddito di base. Il suo presidente, Michael Bohmeyer ha spiegato come funziona e i motivi per cui è nata questa iniziativa:
“Il reddito di base significa ridistribuire il potere” – ha spiegato – “Si basa sulla fiducia nelle persone. Concede alla gente la libertà di dire no e chiedersi ‘Come voglio vivere davvero?’. Il reddito di base non è un’idea di sinistra o di destra. È un’idea umanista. Rafforza gli esseri umani rispetto al sistema, dandogli la libertà di ripensarlo”.
“È il genere di libertà che suona come una bestemmia per ogni economista liberista. Nella concezione attuale dell’economia, gli individui possono scegliere come farsi sfruttare, ma non di sfuggire allo sfruttamento, a meno che non nascano già ricchi. Il reddito di base vuole cambiare questo stato di cose, non solo perché è la cosa giusta da fare ma perché presto LA CRISI non lascerà altra scelta ai governi”.
“Se non separiamo il lavoro dal reddito, le persone dovranno competere sempre più spesso con i computer, e perderanno prima di quanto pensiamo”, spiega Bohmeyer.
“IL RISULTATO SARA’ LA DISOCCUPAZIONE DI MASSA, DOPODICHE’ NON CI SARANNO PIU’ SOLDI PER ALIMENTARE I CONSUMI”.
L’iniziativa ha dato ottimi risultati, al di là delle aspettative. Finora 42 persone scelte a caso hanno ricevuto mille euro al mese, e quasi nessuno ha trascorso i dodici mesi dell’esperimento senza far nulla.
Nel sito si legge:
“Christoph ha lasciato il suo lavoro presso il call center, grazie al reddito di base ed è ora un educatore!”
Uno ha lasciato il suo posto in un call center per fare un corso da insegnante di asilo.
Un altro ha eliminato lo stress legato al lavoro e ai soldi guarendo così le sue malattie croniche.
Quasi tutti hanno cominciato ad avere meno preoccupazioni, un riposo notturno più soddisfacente e una vita familiare più attiva e propositiva. Pensate quali benefici avrebbe la società se tutti , non avendo problemi finanziari impellenti, sarebbero veramente più liberi di vivere la loro vita, e se tutti potessero usufruire del progresso tecnologico, spesso confinato ai soli ricchi. Il reddito di base è un’idea di una semplicità unica, infatti è la soluzione ideale per eliminare tante diseguaglianze, è un rimedio per contrastare non soltanto l’invecchiamento della popolazione ma anche la probabile fine del lavoro retribuito. È stato giudicato positivamente da tutti, compreso il Financial Times, il che è quanto dire.
Oltretutto costringe ad un radicale ripensamento del capitalismo neoliberista che da troppi anni ha governato e sta ancora governando la nostra vita
Occorre a questo punto fare una riflessione.
Siamo proprio sicuri che il lavoro sia una libera scelta delle persone? Una tesi molto verosimile e condivisibile dice che senza la paura della povertà, dell’impossibilità di realizzare qualsiasi desiderio per mancanza di mezzi, della miseria, la gente non avrebbe alcun motivo per andare a lavorare. Dando per buona questa tesi, se fosse per loro, gli esseri umani resterebbero seduti sul loro bel divano a mangiare popcorn e patatine, fino all’estinzione della specie.
Dunque, sempre secondo la tesi di cui sopra, la paura è indispensabile.
E qui interviene il reddito di base a cambiare radicalmente le cose. Si tratta dell’idea che l’economia debba essere basata sulla fiducia piuttosto che sulla paura.
Infatti noi osserviamo che le macchine stanno soppiantando parti sempre più importanti di manodopera, con la conseguenza che il lavoro salariato non è più, o non sarà più, a breve, la base dell’organizzazione della società, per cui i governi potrebbero ritrovarsi a non potere contrastare il fenomeno perché senza alternative.
Il sistema prima o poi potrebbe collassare.
Ma non dobbiamo permettere alla paura di vincere e di indirizzare la nostra vita verso il punto di non ritorno. L’unica soluzione è quella di avere fiducia gli uni degli altri, i governi dei cittadini e i cittadini dei governi, per permettere a tutti di godere dei frutti del progresso e della tecnologia
IN CONCLUSIONE:
La proposta del reddito di cittadinanza non è così fuori dal mondo come sembra.
A ben pensare, è la cosa che salverà l’economia globale, tramite la fiducia tra stato e cittadino, tramite il godimento del progresso portato dalla tecnologia ma soprattutto perché, allo stato attuale, non ci sono previsioni favorevoli ad altre soluzioni, rendendo, dunque, questa, una strada obbligata.
Chi, guardando indietro o in preda a sfiducia per calcoli matematici sbagliati è convinto che sia una cosa impossibile, sarà destinato a combattere una battaglia di retroguardia dall’esito segnato, cioè destinata alla sconfitta.
P.S. Per questa mia riflessione ho preso spunto, tra l’altro, da un articolo, pubblicato su Internazionale, pag. 42, scritto da Laurie Penny. Una giornalista, blogger e scrittrice britannica che scrive per l’Independent, in Italia è pubblicata dalla rivista Internazionale, e ha collaborato The New Statesman, The Guardian, The Nation, Salon e altri giornali.
E per chi volesse approfondire, consiglio di fare una ricerca in internet, digitando su google parole come: Michael Bohmeyer / Mein Grundeinkommen / Start up y Combinator.