Quelli che il 4 Dicembre…

per Luigi Altea
Autore originale del testo: Luigi Altea

di Luigi Altea – 18 novembre 2017

La politica è soprattutto innamoramento.

E’ passione per un ideale, è tensione per una finalità, é desiderio di realizzare un progetto.

Se viene meno l’innamoramento, cala la tensione, si affievolisce il desiderio, e la politica muore.

Ecco la ragione per cui la maggiore preoccupazione per chi si proclama di Sinistra, dovrebbe essere la fine della politica.

Perché, morta la politica, ci saranno soltanto gli affari, gli intrighi, le cricche, la Finanza.

Trovo stucchevole e assai disgustosa la generica polemica contro i partiti.

Polemica spesso alimentata da chi, auto-nominatosi rappresentante della società civile, vorrebbe sostituirli con altri partiti, seppur mascherati col nome di movimento, di associazione, di assemblea permanente di cittadini…

L’esistenza dei partiti era giudicata da Gramsci essenziale per la vita politica.

Il partito è, infatti, l’elemento coesivo che centralizza, che fa diventare efficace un insieme di forze che, se lasciate sparpagliate e in balia di se stesse, si ridurrebbero ad isolate minoranze ribelliste, a vocianti adunanze protestatarie, destinate all’inconcludenza…

Nonostante siano frammentati e dispersi in tanti incomprensibili rivoli, i partiti restano lo strumento democratico indispensabile per la formazione e la raccolta del consenso.

Io mi sono entusiasmato come un bambino per l’appello di Anna Falcone e di Tomaso Montanari. E ho condiviso e condivido le loro critiche ai partiti per gli errori commessi, le politiche rovinose, le pratiche moralmente opache, la sudditanza politica e ideologica alle classi dominanti.

E tuttavia credo che neppure Falcone e Montanari possano ritenersi investiti di una particolare grazia, capace di collocarli di diritto al di sopra dei partiti…

La Sinistra è una scommessa.

E’ assurdo, e anche un po’ patetico, che qualcuno, per quanto illuminato, supponga di possedere le coordinate vincenti per portarsi via l’intera posta…

Montanari ha firmato un bel documento assieme a Speranza, a Fratoianni e a Civati.

Perché non continuare su quella strada?

Perché non andare avanti, pur sapendo di correre il rischio di sbagliare?

Perché non riconoscere, umilmente, che da soli nulla sarà possibile?

Occorre rincontrarsi e ritrovarsi con quelli del 4 Dicembre, con quelli che sono d’accordo sull’essenziale, per poi cercare, con tenacia e con mitezza, di convincerli sui particolari…

E’ mille volte meglio sbagliare che rinunciare e ritirarsi, altezzosamente, nel bunker delle proprie incrollabili certezze.

La Storia è ricca di iniziative che apparivano sbagliate, di passi che sembravano improvvidi, di azzardi… che poi si sono rivelati provvidenziali.

Coraggio, Anna e Tomaso!

Correte, corriamo assieme il rischio…

E’ la scommessa necessaria perché la Sinistra possa essere rigenerata.

 

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2 commenti

cambio1715040 19 Novembre 2017 - 16:46

Perchè Falcone e Montanari dovrebbero accollarsi la sorte di partiti/schegge che, insieme ad altri, hanno dilapidato ogni residua credibilità della Sinistra, per cercare, come Sisifo, di spingerla inutilmente oltre i propri limiti ininfluenti?

Non sarebbe assai più produttivo per le sorti del Paese e della gente di sinistra, ma anche di quella che lo è “inconsapevolmente” (come scriveva Fortebraccio), che si rivolgessero alla Società Diffusa, a quella che si astiene o che va al seggio solo er il male minore, con una Lista Civica Nazionale per la Democrazia Costituzionale, per raccogliere consensi importanti e poi coalizzarsi con quanto aggregato a sinistra del PDr?

Dopo una vittoria elettorale sarà facile strutturare ed organizzare un partito non infarcito di mediocrità o di persone usurate dai propri errori.

Paolo Barbieri

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michelecaccavone 20 Novembre 2017 - 11:36

C’è chi (Renzi) si intesta il 40% e chi il 60% del voto del 4 dicembre. Ma in quel 60% c’era di tutto: dalla destra ai 5*, dal rifiuto per Renzi e la suo governo alla disillusione per qualsiasi forma di politica. Certo c’erano anche Falcone e Montanari ma c’era anche D’alema e i suoi comitati e c’era Bersani e l’impossibilità di convivere con questo PD. Pensate che il risultato sia frutto solo del risveglio di un afflato costituzionale del popolo? Non commettiamo ancora simili errori, non riproponiamo gli Ingroia. C’è da fare un percorso strutturato e organizzato, non pensiamo che sia solo una battaglia di opinione invocando una fumosa società civile. C’è un bel documento, partiamo da quello e organizziamoci perché citando Machiavelli: “Tutti i profeti armati vinsono e li disarmati ruinorno”.

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