Quanto durerà Renzi?

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Gian Franco Ferraris - Roberta De Santis

Il commento di Roberta De Santis all’articolo Renzi, un borghese piccolo piccolo di Lucio Giordano ha stimolato la mia furiosa presunzione e con questo lungo sproloquio ho fatto la mia previsione sulla durata di  Renzi, che vi consiglio di leggere

Roberta De Santis
Spero che Giordano abbia ragione; personalmente credo di no. Nel senso che Renzi non è finito e che forse ce lo terremo ancora a lungo. Il ventennio è, in questi casi, l’orizzonte temporale di riferimento, come fu per Mussolini e Berlusconi. E’ come se la società civile avesse un blocco o una schizofrenia rispetto a queste leadership devastanti, tanto che non riesce a liberarsene. Oppure, semplicemente, queste figure dirigiste e opache sono confacenti allo spirito italico, per la gran parte indifferente o poco incline all’esercizio della democrazia e desideroso di scorciatoie, cioè di delegare ad “un uomo solo al comando” l’esercizio delle scelte. Oppure, ancora, questi satrapi di marca fascista sono la proiezione del desiderio di molti Italiani, incarnando furbizia truffaldina e opportunismo bieco. Quale che sia la ragione, siamo afasici e incapaci di reagire di fronte a siffatto governo. Se almeno riuscissimo a scendere in piazza massivamente, sarebbe un bel segnale capace di imbarazzare e infastidire il premier. E di farci contare.
Gian Franco Ferraris
Roberta, ogni giorno – per vizio o gioco, mi pongo la tua domanda, quanto durerà Renzi? e mi viene alla mente il ventennio, tuttavia non ne sono convinto, Mussolini e Berlusconi hanno potuto contare sul consenso duraturo degli italiani, dietro una mimica in gran parte grottesca traspariva un atteggiamento materno che tanto piace agli italiani. Ricordo le mani sui fianchi di Mussolini caratteristico della madre che rimprovera il bambino ma al contempo lo protegge.
Il consenso tuttavia era il frutto soprattutto di una egemonia di classe, Mussolini era appoggiato dagli agrari e dagli industriali ma soprattutto aveva l’entusiastico consenso della piccola borghesia che faceva il proprio ingresso nella storia italica: il ceto medio variegato ha progredito le proprie condizioni di vita e con ‘Tripoli bel suol d’amor” , ha coltivato il miraggio dell’impero. le stesse classi lavoratrici deluse dalla politica massimalista del partito socialista avevano rinunciato alla libertà politica ma migliorato le condizioni di vita almeno per quanto riguarda la previdenza. L’Italia peraltro era un paese arretrato rispetto alle nazioni occidentali ma non risentì anche per la propria arretratezza, alla terribile crisi del 1929.
Berlusconi con un vero abominio strategico ha costruito una nuova egemonia, ha sdoganato i voti del Msi e ha costruito l’alleanza tra i ceti reazionari del mezzogiorno e la piccola borghesia, le partite IVA, i piccoli industriali del Nord. L’Italia nel frattempo è di molto invecchiata demograficamente e Berlusconi ha potuto contare sul voto di molti pensionati, proprietari di case e impauriti del cambiamento.Roberta De Santis
Gian Franco, non saprei; quanto alla durata più breve del renzismo spero tu abbia ragione. La sensazione, guardandomi intorno, è che le sparute reazioni arrivino solo da qualche altro pezzo dello Stato, ma cambiando qualche legge si riesce a neutralizzare tutto. Anche con le nomine si riesce a fare molto per ricondurre all’obbedienza. L’opposizione politica non c’è o non riesce a coagularsi (come accadde del resto con il fascismo) e il tessuto sociale è devastato, esausto, depotenziato, frammentato, concentrato sull’istinto di sopravvivenza. Mi domando da dove possa arrivare il colpo decisivo su Renzi. Almeno finchè i poteri economici ne trarranno giovamento.

Gian Franco Ferraris
Non dimentichiamo poi che cosa è stato il centro sinistra in questo quarto di secolo. Ti racconto un dettaglio: ho 2 figli di 35 e 19 anni, bene tutte le volte che andavo all’udienze e guardavo gli altri genitori era chiaro che i genitori ‘benestanti” votavano centro-sinistra e quelli meno ambienti votavano ‘tutti’ la lega nord o la destra di Fini. Di fatto non c’è stato nessuno a sinistra che si è chiesto perchè il ‘popolo’ votava a destra.
Quando è nato il Pd ho fatto parte dell’assemblea nazionale (nella vita ho fatto molti errori), eravamo almeno mille persone e non c’era un operaio e neanche – a parte qualche statale, nessuno della classi lavoratrici.

Roberta De Santis
Appunto non riesco a immaginare chi o cosa potrà far cadere Renzi.
Gian Franco Ferraris
Ecco, Renzi è la fine del Pd nel senso che ha portato a termine un processo lungo 25 anni di vera zavorra a sinistra e l’epilogo del quarto di secolo berlusconiano. Può essere anche l’inizio di un nuovo ventennio? Sì, se si pensa alla storia italica. Mi ha colpito Renzi domenica dalla Annunziata, il suo discorso sulle riforme costituzionali ‘con le riforme, gli oppositori non verranno a Roma neanche in gita scolastica’ era una rivisistazione del discorso del bivacco di Mussolini nell’insediamento ‘potevo fare di quest’aula (il senato ndr) sorda e grigia un bivacco di manipoli ma non ho in questo primo momento voluto…” e anche quando dice sempre dall’Annunziata che ‘gli girano le scatole se qualcuno lo prende per disonesto. Sono un ragazzo di provincia, io. Possono dire che non sono capace, semmai, non un disonesto’, non lo dice perchè è onesto ma sempre per rimarcare la diversità dal ‘politico classico’. Giordano lo definisce un borghese piccolo piccolo ma non mette in dubbio la sua onestà e lo stesso Cuperlo attaccandolo per incapacità e arroganza prende per buone le affermazioni di Renzi. Io non so se Renzi è onesto e ho qualche dubbio se ripenso alla questione degli scontrini a Firenze o all’alloggio lasciato dal benefattore, ma di certo il modo di governo di Renzi è il conrario di quello che io definirei imparziale e limpido. Anzi, mi pare che Renzi abbia un atteggiamento analogo e anche peggiore di Berlusconi, ma quello che gli preme sottolineare è la diversità dai politici classici come ben ha fatto notare Alfredo Morganti “Nessuno lo dice, ma la risolutezza mascellare renziana, il suo cipiglio, svanirebbero d’incanto se si accertasse ‘visivamente’ il peso degli interessi lobbistici gravanti sul suo governo. E dunque, affermare che è lui stesso ad aver deciso, e non altri, è come rivendicare la propria autonomia rispetto agli interessi concreti che vorticano attorno (e dentro) al governo.”
La sola forza su cui può contare Renzi è la sua diversità dai politici e come hai detto Roberta pesca nel midollo antipolitico degli italiani. Non a caso se analizziamo in modo analitico i pessimi governi di questi 25 anni, di certo i governi migliori sono stati quelli di Giuliano Amato, gli ultimi governi tra l’altro dove con piccole opere pubbliche si è riusciti di sostenere l’economia e l’occupazione. E’ stato pure abbattuto il debito pubblico con manovre intelligenti come il prelievo forzoso del 6 per mille sui depositi bancari degli italiani. Ma chi è il politico meno amato dagli italiani? Proprio il razionale e competente Giuliano Amato. Un altro governo moderato che ha fatto miracoli in condizioni difficilissime è stato quello di Enrico Letta (anche grazie dalle coltellate continue dei renziani) ma Saccomanni e Letta stesso sono stati fatti passare per imbelli con la complicità di molti nipotini di Berlinguer che hanno pensato con Renzi si vince.
Roberta De Santis
Da che sono adulta l’unico governo che mi diede una certa speranza fu il primo governo Prodi. Al tempo vivevo a Firenze e ricordo una bella euforia alla Casa del Popolo del quartiere dove abitavo, nel senso che vidi gli ultimi fuochi di partecipazione popolare. Non condivido il giudizio su Amato (se non altro perchè era troppo vicino a Craxi) al di là dello spessore giuridico e di studioso. Meno che mai mi piacque quella manovra del prelievo forzoso, del tutto identico al ladruncolo che si intrufola in casa nottetempo (anche negli appartamenti dei pensionati) e porta via quello che trova.Gian Franco Ferraris
I governi Prodi alla fine dei conti sono stati una delusione, nel primo Prodi ha la giustificazione vera di essere caduto in un imboscata di palazzo e per la miopia di rifondazione comunista. Nel secondo le speranze sono crollate con la prima legge finanziaria, poteva essere il momento di un cambiamento vero nel vetusto stato italiano e invece Padoa Schioppa pur competente, fece una manovra con mille balzelli ai cittadini e un carico di tasse sui lavoratori e senza innovazione nella scuola, nella ricerca. Per non parlare della riforma costituzionale che ha trasferito la sanità alle regioni che ha fatto danni sia per l’efficienza che in termini di spreco di denaro. Anche il quadro politico subì un ulteriore decadimento con la scelta di Fausto Bertinotti di fare salotto e il Presidente della camera al posto della politica. Meglio il governo D’Alema, anche se il leader maximo ha un amor proprio da tragedia greca. E D’Alema che ancora oggi nell’essenza ha ragione quando dice che l’unica via d’uscita per l’italia è quella di ricostruire il centro-sinistra, ha i suoi difetti come quando con Renzi si è illuso di fare il Ministro degli Esteri nella Ue e ha responsabilità pure rispetto all’arretramento della sinistra di fronte all’incalzare neoliberista in Europa e in Italia.
Sulla durata del governo Renzi ci sono due questioni che al contempo accellerano e rallentano la sua fine:
a) Il perdurare inesorabile della crisi economica in Europa e in misura maggiore in Italia dove errori ripetuti ci hanno tolto competitività e le misure di Renzi sono state inutili o dannose. Le difficoltà di Renzi coincidono con quelle della troika, che difficilmente troverebbero un premier altrettanto debole e ubbidiente. Probabilmente preferirebbero un uomo di governo più competente ma nella consapevolezza delle difficoltà a ripetere l’esperienza Monti attendono prima di chiedere conto delle sciagurate scelte governative tempi migliori. Quindi mi pare che le voci variegate che parlano di abbandono dei poteri forti per lo statista di Rignano in questo momento servono a Renzi per prolungare la sua azione di governo.
b) vari appuntamenti elettorali i due referendum e le amministrative di giugno. Renzi e il Partito della nazione non sono messi bene, però possono contare su un grande alleato: il partito dell’inazione, a parte Stefano Parisi a Milano, tra l’altro più serio e presentabile di Sala, tutti pare che giochino per perdere, la sinistra coglie ogni occasione per spararsi addosso, o resta ad ammirare il proprio ombelico, votata al minoritarismo, ma anche la destra gioca a perdere, a vedere quello che accade in quasi tutte le città italiane a partire da Roma e Torino.
Con tutte queste intersezioni penso che il governo Renzi abbia il destino segnato e durerà al massimo un anno. Come cadrà? O si accellerà il logoramento tra continui scandali, elezioni perse e crisi economica sempre più stringente e quindi verrà sostituito nel Palazzo con un economista tipo Boeri o da un Presidente emerito della corte costituzionale (più difficile rimettere in gioco Prodi con la benevolenza del movimento 5 stelle o Amato con quella di Forza Italia), in questo caso quelli che hanno tradito Bersani per correre alla corte di Renzi saranno i primi sosteitori del nuovo corso. Oppure sopravviverà sino alle elezioni (probabilmente nel 2017) ma a quel punto pur con la legge elettorale truffa fatta apposta per non consentire alternativa al Partito della Nazione, Renzi perderà. E’ pur vero che il movimento di Grillo è in fase di riflusso, nato sull’onda del fallimento centro destra/centro sinistra, fatica a dimostrare la capacità di saper amministrare in modo saggio e scoppiano ogni giorno le contraddizioni tra i principi proclamati di democrazia diretta e una vita interna al movimento che oscilla tra casi di opportunismo e decisioni dittatoriali del duo Grillo-Casaleggio. Ma, anche se il M5s è in fase calante, con la legge che prevede il turno di ballottaggio, la maggior parte dell’opinione pubblica e dell’elettorato dovendo scegliere tra Renzi e l’anti-Renzi, sceglierà l’avversario di Renzi, chiunque esso sia.

Roberta De Santis

Quanto alla fine del governo Renzi, condivido l’analisi degli elementi di logoramento o implosione ma non so se saranno esaustivi e non sono così ottimista sulla tempistica. Ricordo con quanto stupore guardavo gli scandali inanellati da Berlusconi e mi aspettavo che B. crollasse da un momento all’altro. Invece quella leadership è stata in sella dal ’94 al 2011: né il discredito sul fronte interno né la mala figura in ambito internazionale sono riusciti ad abbattere B. Così non sono convinta che Renzi si estinguerà nel breve periodo. Ho la sensazione che ha costruito una rete di cointeressenze robusta e difficile da scardinare (mancano probabilmente alcuni “ritocchi” al potere giudiziario) . Quando si andrà a votare -nel 2017-, nel segreto dell’urna può succedere qualsiasi cosa, perfino che il PD mantenga la posizione e che Renzi non sia travolto (e magari vince pure). Ciò può accadere non solo per masochismo o per l’acquiescenza degli elettori ma anche per la forza degli interessi che il PD riuscirà a coagulare. In questo senso sarà interessante vedere come vanno le amministrative a Roma. Per quel che ha fatto qui in città, il PD dovrebbe subire il disastro elettorale, roba dal 5-6% di voti. Vedere come votano i Romani sarà un test utile di reattività e soprattutto consentirà di farsi un’idea di quanto il PD riesce ancora a convogliare i voti. Cioè, ci consentirà di capire se i “poteri forti” hanno ancora fiducia in Renzi anche a livello nazionale. Se il sistema di potere renziano non vacilla, temo che dovremo rassegnarci a star così ancora per parecchi anni.

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2 commenti

Rosaria 13 Aprile 2016 - 21:07

Come ha detto Roberta De Santis, le elezioni comunali di Roma saranno un test importante per Renzi e il Pd e anche Milano dove il premier ha candidato Beppe Sala con la complicità di Giuliano Pisapia e di Sel milanese. Se Giachetti e Sala perderanno come è possibile Renzi avrà i giorni contati al governo

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PANTALONE-6 21 Maggio 2016 - 0:29

SANTA VIRGINIA FAI TU IL MIRACOLO……………………….

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