di Andrea Colli 04 gennaio 2015
Matteo Renzi è sulla difensiva dopo che tutti i tg e giornali hanno dato la notizia del tentativo ormai scoperto di cambiare le regole in favore dei grandi evasori tra i quali Berlusconi, la cui manina che ha inserito la modifica al provvedimento è rimasta per ora ignota. Ha bloccato l’invio alle commissioni Finanze del decreto legislativo sull’abuso del diritto varato dal Consiglio dei ministri il 24 dicembre. Quello incriminato perché potrebbe consentire a Silvio Berlusconi di chiedere un’incidente di esecuzione per la revisione della condanna a quattro anni per frode fiscale nel processo Mediaset. Palazzo Chigi ha fatto sapere che il premier “ha chiesto questa mattina agli uffici di non procedere alla formale trasmissione alla Camera del testo approvato”. Poco dopo Renzi, parlando al Tg5, ha confermato: “Se qualcuno immagina che in questo provvedimento ci sia non si sa quale scambio, non c’è problema: noi ci fermiamo. I professionisti del retropensiero avranno modo di ricredersi”. Questa norma, ha spiegato, la “rimanderemo in Parlamento soltanto dopo le votazioni per il Quirinale e la fine dei servizi sociali di Berlusconi a Cesano Boscone e dimostreremo che non c’è nessun inciucio strano di cui temere”. E ancora: “Tutte le volte che si parla di fisco è naturale intrecciarsi con uno dei tanti processi a Berlusconi. Noi non facciamo norme nè ad nè contra personam”. Ma guarda un po’, prima si fa l’elezione del nuovo Capo dello Stato e poi se ne riparla. Qualcosa non quadra. Lo so che a pensar male si fa peccato, diceva Andreotti. Ma molte volte ci si indovina.