Quando la “selezione” ti prende la mano

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Marianna Sturba
Fonte: IlSudEst,it

di MARIANNA STURBA 10 settembre 2018

Avviso alle donne: se siete etero e italiane a Pontida potete parcheggiare negli stalli Rosa dedicate alle donne in dolce attesa, se siete lesbiche o extracomunitarie cercatevi altri posti.

Almeno così tradurremmo l’art 4 del nuovo regolamento comunale redatto dall’assessore Emil Mazzoleni della giunta leghista, approvato lo scorso 2 settembre, che così recita “possono richiedere il rilascio gratuito di idoneo permesso …esclusivamente le donne appartenenti ad un nucleo familiare naturale e cittadine italiane o di un paese membro dell’Unione Europea”.

Ma tranquilla donna, perché se riesci a dimostrare che convivi con un uomo anche se non sei sposata, l’autorizzazione la danno anche a te.

Tu, invece, lesbica che tieni impuramente un figlio nel tuo grembo frutto di chissà quale perversione, e tu cittadina extracomunitaria che vivi e paghi regolarmente le tue tasse in Italia ma, ancora più nello specifico contribuisci al pil di quel paese, non hai diritti. Non pensare che ti basti avere un regolare permesso di soggiorno o l’essere in pari con ogni dovere da cittadino ad avere gli stessi diritti “dell’italico etero utero”.

Ma no, per fortuna è stato solo un brutto sogno e l’Italia si è immediatamente svegliata da questo ritorno al Ventennio, grazie al dietro front annunciato dal sindaco, in questo caso anche incalzato dal Movimento 5 stelle, dal Pd e dalla CGIL che ha annunciato immediato ricorso.

Una riflessione ci sembra d’obbligo: a cosa serviva una notizia tanto sciocca quanto impossibile da realizzare in uno Stato di Diritto?

Ci viene il dubbio che tutto sia fatto per “far parlare”, perché se davvero una giunta comunale pensa di poter approvare un tale regolamento, allora possiamo anche aspettarci un ritorno agli autobus con i posti a sedere solo per gli italici glutei, oppure le classi differenziali fra italiani e stranieri, oltre che quelle fra bravi e problematici.

Oppure viene fatto proprio per produrre un “ambientamento” a quella terminologia, a quegli obiettivi e quindi a quel modo di pensare?

Perché le ideologie si costruiscono così, giorno dopo giorno, paventando possibilità che non avevi pensato e che magari , quando le senti ti fanno gola, ti lusingano, ti fanno normalizzare un pensiero che tu fino a ieri avresti tenuto segreto per decenza, per timore che non fosse decoroso esprimersi così. Invece con tutti questi “micro spot” normalizziamo un pensiero perverso, e attraverso la sua normalizzazione, il nostro modo di pensare si modifica e iniziamo a credere “possibili” certe soluzioni.

O davvero vogliamo raccontarci che certe ideologie nei secoli scorsi si sono affermate solo dopo la salita al potere di alcuni individui? No, certe ideologie, in maniera silente e diffusa, esistevano e quegli individui salivano al potere perché sembravano rendere possibile quella specifica idea.

Allora spetta a tutti, a partire dagli intellettuali, che sembrano la categoria più silente in questi ultimi periodi, ricominciare a parlare di etica e diritti. Spetta agli insegnanti spiegare la storia oltre le date nella vocazione reale che ha questa disciplina, di raccontarci l’uomo e le sue evoluzioni e involuzioni; spetta agli insegnati riportare la filosofia e il ragionamento nella didattica, ricondurre ai sentimenti e alla interpretazione emotiva del mondo; sta ai genitori far sentire i figli sicuri così che implicitamente il loro animo si predisponga all’altro, all’accoglienza anche di chi è diverso da sé; spetta alla stampa raccontare i fatti sollevando sempre i “perché” necessari al ragionamento ed infine spetta ai politici di ogni ordine e grado, tornare ad essere intellettualmente e moralmente degni del loro ruolo.

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