Profezia
Lo so come andrà a finire questa storia. Pian piano si comincerà a dire che è stato sbagliato chiudere in questo modo. Che dovevamo tappare in casa solo i vecchi e i malati (e forse anche i poveri, perché sono quelli che accedono meno alle cure). Tutti gli altri avrebbero potuto essere liberi di contagiarsi, tanto sono giovani, rispondono positivamente al morbo: e poi a essere gregge che ci vuole? Avremmo avuto un picco di contagi e decessi e poi la maggior parte si sarebbe salvata, conquistando l’immunità. Soprattutto chi poteva usufruire di cure private, perché la sanità pubblica sarebbe comunque scoppiata. Ma vuoi mettere la sanità con la mia uscita del sabato sera? Forse l’epidemia si sarebbe diffusa al sud in men che non si dica, ma anche lì, la morte fa parte del gioco, è un destino, prima si muore e meglio è, così ci leviamo il pensiero in tutti i sensi. E perché chiudere le scuole? C’è già un appello che dice che l’istruzione è un bene primario, e anche la libertà dei genitori, che non possono essere costretti a sopportare i figli in casa per 24 ore! Diritto all’istruzione, diritto al lavoro, diritto all’apericena, diritto alle vacanze, al mare, al weekend in un borgo bello d’Italia. Tutto giusto, tutto sacrosanto.
Certo, bisognerebbe parlare col virus, sottoscrivere una specie di contratto di servizio: prenditela coi vecchi e lascia stare quelli che accampano diritti a iosa. Discorso facile, adesso, dopo essere stati protetti dalla sanità, aver fatto gli eroi in casa davanti a Netflix ed essersi pure spazientiti. Magari accusando lo Stato di averci privato della libertà! Della libertà di vivere quando sono gli altri a morire, sempre gli altri, finché non si diventa altri per un brutto scherzo del destino e si muore. Ma quelli che oggi rivendicano libertà sono i sopravvissuti, ed è un loro lusso rivendicare libertà e, magari, alla prima occasione, votare a destra, ché quelli sì che vogliono aprire, vogliono il Papeete, vogliono farci divertire alla faccia del virus! Ha ragione chi diceva che forse, nella coscienza di molti, nemmeno 160.000 morti nel mondo (a tutt’ora) smuovono granché. Se è così, a che vale essere società? Bastava essere individui sparsi, gregge appunto, ci costava anche meno e si sentivano meno lagne in giro. Negli ospedali si moriva senza tanta cagnara, e la morte non sarebbe mai esistita per i sopravvissuti. Ecco la profezia. Ma secondo me è falsa. Almeno spero.