Professione: umarèl

per Gabriella
Autore originale del testo: Sara Milanese
Fonte: radio popolare
Url fonte: http://www.radiopopolare.it/2016/02/professione-umarel/

di Sara Milanese  11 febbraio 2016

Ammettetelo: è il sogno segreto di molti. Da oggi è realtà: essere “umarèl” certificati si può.

Succede a Bologna (e dove altro poteva succedere, se non nella patria degli umarells?), dove un’associazione, che non a caso si chiama Succede solo a Bologna, ha creato la “umarèl card”. Una card che autorizza ad osservare i lavori nei cantieri da dentro il cantiere stesso!

Non è uno scherzo, e anzi l’iniziativa ha uno scopo decisamente nobile: sostenere i costi dei lavori di ristrutturazione della basilica di San Petronio.

“La basilica di San Petronio è indipendente, e quindi deve autofinanziarsi per mantenersi in forma”, spiega Fabio Mauri, presidente di Succede solo a Bologna. In tempi di crisi economica, per riuscire a raccogliere fondi bisogna proprio inventarsi qualcosa di nuovo, e per sostenere i costi del restauro l’associazione regala una “umarèl card” a chiunque doni almeno 5 euro.

umarel card

 

 

 

“Umarèl per un giorno, ovvero: con la card si può scegliere una data e venire a vedere i lavori da dentro il cantiere, verificando quindi anche come si stanno impiegando anche i propri soldi donati – continua Mauri -. Soprattutto, la card permette di accedere anche a luoghi segreti della basilica”.

Per esempio la terrazza, accessibile grazie al ponteggio installato per i lavori di restauro, dalla quale si vede una vista spettacolare di Bologna, ci dice Mauri, e sulla quale, in date particolari, si potrà gustare un aperitivo o una cena. O ancora il voltone del soffitto, da dove si può vedere la meridiana più lunga del mondo e, da vero umarèl, si possono vedere i vari segni di lavoro lasciati, con la cera rossa, dai muratori del 1600. Con almeno 15 euro di donazione i gadget aumentano: ci sono anche il braccialetto “born to be umarel” e il certificato che permette di vantare la propria professionalità di umarèl in tutti i cantieri del mondo. L’idea è nata da una banale chiacchierata con un’azienda edile: “Se facessimo pagare un biglietto per i nostri cantieri riusciremmo a pagarci i lavori, mi disse il proprietario” ricorda Mauri. L’intuizione è stata completata con l’idea di mettere insieme due simboli della città: gli umarèlls e San Petronio. L’iniziativa è aperta a tutti, non solo ai bolognesi, e tutte le informazioni per sostenere la basilica e diventare “umarèl per un giorno” si trovano sulla piattaforma web iosostengosanpetronio.it.

Lanciato il 30 gennaio, l’obiettivo del progetto, che durerà tutto l’anno, è raccogliere 200mila euro “Che servono per restaurare le parti della basilica che hano urgente bisogno. Se riuscissimo a superare questa cifra cominceremmo anche il restauro di parti che hanno meno urgenti. Nei primi tre giorni abbiamo raccolto subito 3mila euro: sembra che l’umarèl card sia piaciuta!”

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