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per Luigi Altea
Autore originale del testo: Luigi Altea

Anche oggi in Italia è deragliato un treno con 250 pendolari: tutti morti compreso il macchinista. Ed è precipitato un aereo con 200 passeggeri: tutti morti, compreso l’equipaggio.

Se venisse scritta e detta così, la notizia guadagnerebbe i titoli delle prime pagine dei giornali, nonché l’apertura di tutti i telegiornali.

Nel nostro paese ogni giorno muoiono di Coronavirus mediamente 450 persone, compresi medici ed infermieri che li assistevano.  Se ne vanno discretamente, senza attirare l’attenzione di nessuno.

Sul luogo della catastrofe non si formano capannelli di curiosi, non perché sono proibiti gli assembramenti, ma perché si è installata l’indifferenza.

Solo i più stretti familiari si metteranno alla ricerca di una bara, spesso più difficile da trovare di una scatola nera.

Immaginate se un TG dicesse: ” A seguito del deragliamento di un treno e della caduta di un aereo, oggi in Italia i morti sono stati 435, e cioè 15 meno di ieri. La situazione appare quindi stabile. Il presidente del Consiglio ha affermato che bisognerà migliorare la manutenzione dei motori e delle rotaie, perché è in gioco la sicurezza e la salute dei passeggeri”…

Ebbene, è quello che ci viene ripetuto tutti i giorni, con la sola differenza che si tratta di morti in ospedale, dopo giorni o settimane di sofferenze.

Morti in prevalenza anziani, con una limitata aspettativa di vita, ai quali il virus ha semplicemente anticipato di non molto la morte.

Morti che nessuna associazione di morti difenderà, e per i quali nessuna categoria di defunti minaccerà proteste o scioperi.

Riferire velocemente, freddamente, “l’andamento dei decessi” è diventata una rubrichetta fissa, come quella di Maurizio Costanzo sullo share degli ascolti TV.

E poi…bisogna passare in fretta ad altro, per sapere chi, tra la Madia e la Serracchiani, è la favorita ad occupare la poltrona che fu di Palmiro Togliatti…

Tutto ciò non provoca alcuna reazione, perché ci adattiamo presto a tutto, anche alla morte degli altri.


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