Autore originale del testo: Gian Franco Ferraris

Nel DNA degli italiani peraltro c’è sempre stato un fascismo viscerale, che si manifesta con la tolleranza verso tutte le dittature e soprattutto nei confronti della dittatura di cui ha sofferto il Paese per oltre un ventennio e che è terminata in un bagno di sangue, ben espressa in un detto popolare che ho sentito oltre mille volte: ”Mussolini qualcosa di buono lo ha fatto”.
Riconosco peraltro, che anche l’antifascismo verboso, sia piuttosto privo di contenuti reali, nonostante io sia di antica famiglia antifascista.
Dante Alighieri oltre 700 anni fa
«Ahi serva Italia, di dolore ostello,
nave sanza nocchiere in gran tempesta,
non donna di provincie, ma bordello!»
(Purgatorio, canto VI, vv. 76-78)

Metternich
«In Europa allo stato attuale esiste un solo vero uomo politico, ma disgraziatamente è contro di noi. È il conte di Cavour.» e il Il 2 agosto 1847 Metternich scrisse, in una nota inviata al conte Dietrichstein: «La parola Italia è una espressione geografica, una qualificazione che riguarda la lingua, ma che non ha il valore politico che gli sforzi degli ideologi rivoluzionari tendono ad imprimerle.»
(Klemens von Metternich)

Giuseppe Tommasi di Lampedusa 1958
«Se non ci siamo anche noi, quelli ti combinano la repubblica in quattro e quattr’otto. Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi» (Tancredi Falconeri, nipote di don Fabrizio Corbera, Principe di Salina)
«Noi fummo i gattopardi, i leoni: chi ci sostituirà saranno gli sciacalli, le iene; e tutti quanti, gattopardi, leoni, sciacalli e pecore, continueremo a crederci il sale della terra.» (Principe Don Fabrizio di Salina)

Nel 1997 un cardinale ungherese, quando gli dissi che facevo di mestiere il segretario comunale, mi ha raccontato questa barzelletta che piaceva a Papa Wojtyła: “Chi è il cittadino più fortunato d’Europa? Quello che ha lo stato tedesco, il bobby inglese e la cucina italiana…e quello pìù sfortunato? E’ quello che ha la cucina inglese, il poliziotto tedesco e lo stato italiano”.


E’ curioso che nella tradizione delle destre italiane si rifacciano sempre a quel modello di destra mussoliniana e ancora oggi, sia Giorgia Meloni che Matteo Salvini, non facciano altro che ricalcare in modo grottesco e caricaturale le orme di Benito Mussolini.
La benevolenza verso il dittatore Mussolini traspare con evidenza se si confronta con la diffidenza o una vera e propria ostilità degli italiani nei confronti della stessa natura dei partiti che bene o male dal dopoguerra agli anni ’70 hanno portato l’Italia ad essere una delle nazioni “ricche” del mondo. Gli stessi esponenti principali e maggiormente competenti di quei partiti sono finiti nell’oblio dell’opinione pubblica se non condannati in processi sommari al pubblico ludibrio.

In realtà penso che l’unica cosa che si possa rimpiangere in Italia sia l’efficienza dello Stato centrale al tempo della lunga occupazione dell’Impero Austro-Ungarico dei re asburgici. Purtroppo anche in quell’occasione c’è la responsabilità del popolo lombardo e veneto, che oggi votano insensatamente Zaia e Fontana e nell’ 800 si sono ribellati all’occupazione austriaca per diventare sudditi di casa Savoia, la dinastia reale più ottusa d’Europa.
Ps da una conversazione con Francesco Bonicelli