Posso fare una considerazione da cittadino sul referendum?

Il 20 settembre andremo a votare per confermare o revocare la modifica costituzionale che riduce il numero di parlamentari. Il dibattito sui giornali è vivace tra i favorevoli e contrari. Da cittadino mi preme fare una considerazione su una motivazione che viene addotta per il “no” e che mi coinvolge, e penso coinvolga tutti, personalmente.

Viene detto che la riduzione dei parlamentari altererebbe il rapporto tra eletto ed elettori. Ma di quale rapporto parlano costoro? I partiti se la suonano e se la cantano nell’individuare chi deve andare in Parlamento, gli elettori non c’entrano nulla. Gli stessi eletti sono pienamente coscienti di questa situazione e non curano più il rapporto con il proprio elettorato, anzi diciamolo francamente: se ne fregano altamente. Posso fare una confessione? Io non so neanche chi siano i parlamentari che mi rappresentano, né loro si preoccupano mai di farmelo sapere, perché sanno che il loro posto in Parlamento non è dovuto a me ma al partito. E mi dicono che la stessa cosa valga anche nei piccoli centri.

Mi fido di quanto ha detto il Presidente emerito della Consulta Valerio Onida, secondo il quale è una balla il sostenere che il Parlamento verrebbe degradato dopo lo sfoltimento, anzi funzionerebbe molto meglio, quindi si può votare tranquillamente “si”. Come pure condivido l’analisi di Bersani, secondo la quale dietro la campagna per il “no” ci sarebbe in molti casi un “trappolone” per il governo, la volontà di far fallire questa collaborazione governativa. Infatti un giornale che si è pronunciato ufficialmente per il “no” è Repubblica che da mesi, assecondando il volere dei nuovi proprietari, è ossessionato dall’idea di far cadere questo governo. Oltre tutto da mesi e mesi sta dando uno spazio spropositato a Renzi, che è il cavallo di Troia in questo governo e che all’occorrenza sarebbe pronto ad aprire il proprio ventre, al quale concede interviste a go-go manco se rappresentasse un partito del 51%, anziché del 3%, e manco se fosse un “vecchio saggio” della politica italiana, quando invece è un povero bulletto.