Il populismo di Potere al Popolo (quasi una tautologia)

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Alfredo Morganti

 di Alfredo Morganti – 23 febbraio 2018

Oggi ho intravisto in tv Viola Carofalo, portavoce di ‘Potere al Popolo’. Non ho potuto ascoltare tutto il suo intervento, ma una cosa mi ha molto colpito, sintetizzata nel bannerino orizzontale posizionato sul basso dello schermo, dove si diceva: “Carofalo: Politica non la fanno i partiti ma persone, quotidianamente”. Non avrei commentato se non fosse stato che, in un’altra circostanza, su La7 mi pare, la stessa dichiarò in termini spregiativi che ‘Liberi e Uguali’ sarebbe un PD2, una copia del partito di Renzi. Per questo provo a fare chiarezza. Che la politica non la facciano i partiti, ma le persone, per di più quotidianamente, è una cosa che un renziano, forse Renzi stesso, potrebbe dichiarare senza remore. Che la politica si faccia senza i partiti, in una democrazia rappresentativa come la nostra, e soprattutto se si immagini la politica come grande azione organizzata, collettiva, di massa, è una grande sciocchezza. Diciamolo. Lo è sia se la cosa la sostenga Renzi, sia se la sostenga Carofalo. Nella grande canea antipartititica italiana mo’ ci mancava pure Potere al Popolo. Tombola.

Quale “popolo” senza partecipazione organizzata? Quale “popolo” senza istituzioni rappresentative autorevoli? Quale “popolo” se ognuno fa politica quotidianamente, come al mercato, se le persone restano persone e non diventano mai partito? Ma ancor peggio: quale democrazia (e quale democrazia rappresentativa!) se il sistema dei partiti diventa una zavorra a fronte di un “popolo” che vuole fare politica persona per persona, ora per ora, istante per istante, quotidianamente, senza una prospettiva, in una sorta di “scialo di triti fatti”? E che vede nei partiti una sorta di potere avverso, da evitare, da bypassare? Di quale “popolo” parliamo, se è lasciato a se stesso, se si frantuma in ‘persone’, individui armati solo dei propri bisogni e di un movimento caotico attorno, ma refrattari ai partiti? I quali restano controparti? Questo mito della ‘persona’ che fa politica e che riassume nella propria figura, sinteticamente la politica è antico e recente. Recente, perché figlio della politica marketing di Renzi e Berlusconi, e dell’ultimo ventennio. Questa cosa strampalata che la politica la fanno le persone prese a sé e non i partiti è il sedicesimo di una tipica affermazione da Seconda Repubblica, ossia che serve un leader, un Capo, un uomo solo al comando, senza partiti ma solo schieramenti-contenitori, su cui confidare per la risoluzione dei problemi. Cambia la visuale (orizzontale per Pap, verticale per il populismo da Seconda Repubblica) ma la sostanza resta drammaticamente la stessa.

Alla politica personalistica di Renzi e Berlusconi si deve rispondere, invece, con uno sforzo collettivo, una rinascita del sistema dei partiti, e quindi un partito nuovo della sinistra che dica alle ‘persone’: la democrazia è partecipazione organizzata, è rappresentanza, è mediazione. Noi lavoriamo per questo. Mentre la disintermediazione (un Capo, un Popolo, null’altro in mezzo) è solo populismo, è spregio dei partiti, è sfiducia istituzionale, e produce alla fine una concezione democratica spoglia di articolazioni, e in breve plebiscitaria. Renzi, appunto. E Berlusconi. Vedete come il gioco di specchi tra PaP e Seconda Repubblica sia devastante? A me pare che solo ‘Liberi e Uguali’ esprima un profilo, che prevede un rafforzamento della democrazia rappresentativa, un rilancio del sistema dei partiti e di quello delle mediazioni, delle articolazioni e dei corpi intermedi.

Il voto del 4 dicembre voleva proprio significare questo, non altro: il rifiuto di plebisciti e di leader carismatici. Il rifiuto che persone da sole, nel grigiore della quotidianità, affrontino i loro problemi senza una comunità organizzata a fianco, senza una democrazia rappresentativa forte, senza un’articolazione della politica e istituzioni autorevoli, al più confidando in un Capo oppure in un Movimento (questo pure c’è). Senza un partito, ma solo interloquendo con persone che fanno politica giorno per giorno, cosa vorrebbe essere la Carofalo al dunque: una donna sola al comando? Oppure all’opposto: una tra i tanti, senza responsabilità, senza partito, senza mediazioni? Spiace dirlo, ma almeno sotto questo aspetto (decisivo però!) il vero PD2 è proprio Potere al Popolo. Peccato, ma le premesse c’erano tutte.

Babelezon bookstore leggi che ti passa

Articoli correlati

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.