di Fausto Anderlini – 30 settembre 2018
Sulla graticola
Non me ne vogliano Fassina e altri, ma D’Alema, capace talvolta di sintesi fulminanti, disse a suo tempo che la Lega di Bossi, al fondo, era una costola della sinistra. E adesso, ripensandoci, in questa radiosa domenica d’autunno che mi inclina a ogni empatica traslazione d’esprit, mi vien da dire questo degli amici-compagni di Patria e Costituzione: che essi, al fondo, hanno come destino di diventare la costoletta di sinistra della Lega di Salvini.
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29 settembre 2018
Mosche cocchiere
C’è chi salta sul carro dello ‘spred’, e c’è chi salta sul carro del ‘popolo’. Anche per evitare di osservare il superlativo spettacolo, magari sgranocchiando pop corn, ci sarebbe per caso un carriolino disponibile per una terza via tra ordo-liberismo e liberal-peronismo?
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27 settembre 2018
Pensiero polemogeno della notte. Alleati per forza.
La cosa più stupida che si sente in giro è quella per cui si conferisce un carattere identitario al tema delle alleanze. Normalmente per rifiutarle a priori. In quanto infettive, Mai col Pd, si ode a sinistra, oppure sì forse, ma solo se fa autocritica. Mentre nel Pd, Renzi in testa, si risponde mai con i cinque stelle. In realtà le alleanze, e tanto più in tempi come questi. si pongono come un problema eminentemente pratico. Specie sotto la pressione di una minaccia che accomuna le parti in causa. Cioè in condizioni difensive. Doppiate le elezioni europee, dove si vota col proporzionale e dove la costruzione di blocchi (ad esempio europeisti vs sovranisti) è pura fantasia, la destra a guida leghista si presenterà verosimilmente unita sia alle comunali che alle regionali. Alle comunali potranno crearsi le condizioni più varie anche se il Pd, vista la debolezza, difficilmente accederà a molti ballottaggi. In molti casi, effetti delle liste civiche a parte, Lega e 5s potranno entrare in rotta di collisione. Nella quale evenienza sarà comunque difficile imporre agli elettori del Pd e dintorni di mangiare pop corn, Ma è alle regionali, dove si vota con turno unico, che le cose assumeranno una nitidezza adamantina. Infatti tanto il Pd che il M5S, ognuno per suo conto, saranno sicuramente schiacciati dal blocco compatto della destra. Il Pd, o quel che ci sarà in sua vece nel frangente, uscirà definitivamente di scena. Ma anche il M5S sarà fagocitato dalla destra con una ridefinizione penosa del suo ruolo, non bastasse la sofferenza attuale, nel ‘contratto’ di governo giallo verde (sempre che, naturalmente, sia ancora in piedi). Fare in sede locale contratti di altro tipo, per quanto di varia intensità e composizione, su una linea che va dalle desistenze a legami più organici, diventerà una questione esiziale per tutte le forze che rischiano di subire l’egemonia destro-legoide.
Va da sè che chi rifiuta di aderire a questa elementare algebra della politica o è stupido o è in malafede. L’obiettivo di Renzi, ad esempio, è del tutto evidente: distruggere definitivamente il Pd, per poi raccoglierne i pezzi nel format che gli sta a cuore.