#piemontesacrifibile, e non solo: realtà?
La Valle Bormida è sotto attacco?
Ipotesi, non così remota, data la densità di siti papabili, di un Deposito Unico Nucleare, peraltro mai richiesto così dall’Europa, in Piemonte, nell’alessandrino.
Parco eolico “Bric Surite” ad Altare.
Termovalorizzatore, ma non vogliono chiamarlo così, in Liguria.
Si muovono i Comitati, storici e nuovi. La Valle Bormida ha già visto scempi e inquinamenti da cui sta uscendo, a seguito di impegno e tempo, anche faticosamente. L’Acna di Cengio è la memoria per cui spesso viene ricordata.
Oggi si organizzano manifestazioni e camminate (ne è prevista una per il 9 marzo per attraversare i luoghi minacciati dal possibile Parco eolico), come già avvenuto con il Cammino TVB per raccontare e far conoscere il Territorio interessato dal possibile Deposito Unico Nucleare in giugno del ’24.
La frammentazione dell’impegno civico e sociale è il risultato di una strategia di “discollamento” che viene attuata dall’alto. Non possiamo imputare la colpa di questo alle Amministrazioni più vicine. Che peraltro si schierano e firmano documenti in cui si chiede di valutare una modalità differente.
Come sottolineato anche dall’Amministrazione Comunale di Altare (SV), ma non solo, è importante ribadire che il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030, si basino su una gestione condivisa piuttosto che essere frutto di una mera decisione presa dall’alto, distante dai Territori implicati e che, nota da rilevare, ne subirebbero le gravissime conseguenze.
Questo dato di fatto, il “discollamento”, in realtà, ha radici molto più profonde ed è possibile contrastarlo solo cambiando radicalmente il modo di porsi di fronte ad esso, ed in primis comprendendolo.
Siamo un territorio provato e sotto attacco, dal mare ai monti e di nuovo alla pianura – perché i problemi si concentrano anche nell’alessandrino, laddove la Bormida si butta nel Tanaro, con l’ex Solvay (leggasi il prezioso report dell’Ing. Claudio Lombardi, Assessore all’Ambiente del Comune di Alessandria, dopo la fuoriuscita di PFIB – ndr “arma chimica” – del 16 febbraio scorso).
#piemontesacrificabile è l’hastag che spesso compare nelle segnalazioni e su tutto il mondo virtuale. Questo termine è stato coniato da tempo nelle discussioni di ambientalisti e non, politici e altro.
Si tratta di cambiare innanzitutto linguaggio.
Sembra che chi parla di Ambiente e si impegni per difenderlo sia un criminale.
Il suffisso “ismo” è già di per sé fuorviante.
Chi si occupa e pre-occupa di Ambiente non è un estremista né un terrorista. L’accezione dell’ismo, che semplicemente significherebbe “a favore di”, “prendere posizione a imitazione di”, ha assunto sempre di più un senso negativo.
La stessa cosa è avvenuta con la terminologia del “no” davanti ad altre parole (una su tutte, senza giudizio e posizione alcuna, perché dopo la pandemia dovremmo semplicemente ringraziare di essere qui, indipendentemente dalle scelte, peraltro libere e legali che ognuno di noi ha compiuto, la parola vax).
Mentre la dicitura green ha portato e continua a portare valore anche laddove non ne ha affatto. In nome di una sostenibilità solo verbale sono sorte aziende, realtà, gruppi di comunicazione che veicolano informazioni e prodotti che non hanno nulla di sostenibile e rientrano in quel sistema di greenwashing per cui e in cui è difficile comprendere davvero dove siano valutati seriamente i rischi/benefici.
Dunque di partenza gli ambientalisti, gli attivisti, Donne e Uomini, sono semplicemente coloro che si occupano di Ambiente in maniera Attiva. Sono le e gli Ambientali Attiv@.
E questo è un dato di partenza.
L’attacco che subiamo da più fronti è volto a sgretolare la forza della Cittadinanza che prova a mettersi insieme.
Tante ipotesi diverse di attacco sul Territorio sono solo, oltre che il pagamento per compromessi risalenti a molti decenni fa’, anche con il Mezzogiorno, con cui dovremmo collaborare, (vedasi la bonifica di Sogin nella Terra dei Fuochi che viene venduta come opera caritatevole e di serietà – le parole non sono mai a caso-, si rimanda alle dichiarazioni dell’AD Gian Luca Artizzu di Sogin, veicolate anche da testate radiofoniche e on line di importanza nazionale), per disperdere l’energia di cambiamento che può nascere, seminando confusione e rendendo passibili le e gli Ambientali Attiv@ di ipotesi di reato.
E dunque, comitati, associazioni, realtà che invece di dialogare fra loro (ed esistono pur sempre le eccezioni) si considerano gli unici paladini di un’idea. Se continueremo a ragionare in maniera cieca, lottando perché non si realizzi un’opera che non vogliamo nel nostro giardino ma disposti a vederla realizzata nel giardino del vicino, non andremo da nessuna parte.
Massimo Cacciari, in un recente intervento ha parlato di questo, riferendosi a più ampie colorazioni politiche.
Qui siamo fuori da qualsiasi colorazione e connotazione politica, nel senso che ci è rimandato dagli ultimi 70 anni.
Siamo in un’Altra Politica. Quella greca, che attiene alla dimensione del vivere comune, dell’essere cittadini, allo stato sociale.
Così anche un altro filosofo, il sudcoreano germanico Byung-Chul Han, che in “Contro la società dell’angoscia” scrive, coniugando speranza e azione, come unica antitesi possibile all’angoscia e al vuoto ottimismo (“andrà tutto bene” con l’arcobaleno aveva ed ha ancora un vago sentore di presa in giro): “La speranza ha un nucleo attivo. (….) La speranza è capace di prevedere e presentire. (….) Intensifica la nostra attenzione per ciò che non-è-ancora.(…..) Senza speranza non vi è nessuna partenza, nessuna rivoluzione.”.
La speranza non si isola. L’angoscia sì. La speranza crea ponti, costruisce reti.
Abbiamo bisogno di essere tutti coesi, la Valle Bormida tutta insieme……fino al Tanaro e dal mare.
Creare un unico coordinamento, senza perdere i comitati locali, anzi fortificandoli e promuovendone dei nuovi.
Non si tratta di non volere il Deposito Unico Nucleare o il Parco Eolico o il Termovalorizzatore, od essere stanchi di campi di fotovoltaico che diventano rifiuti di difficile smaltimento a discapito di campi coltivati e boschi in restituzione naturale. Siamo anche tutto questo. Ma non una singola battaglia.
Non siamo solo dei “no”. Siamo proposte, progetti, impegno, criticità espresse ed elaborate in maniera scientifica sui rischi/benefici, siamo gente che parla e scrive con consapevolezza.
Siamo un progetto, per esempio, allo studio e in fase di ultimazione con Università, geologi, esperti, filosofi, per monitorare le Acque e le Terre che viviamo, per parlare di geotermia a bassa entalpia, di raggiungimento di obiettivi dell’Agenda 2030, appunto, in maniera nuova, che non segue le logiche del profitto di pochi, ma percorre la strada della vera diminuzione del nostro impatto antropico sull’Ambiente, unica salvezza e reale lungimiranza guardando al futuro.
Ancora con Byung-Chul Han, ricordiamoci che la speranza è mite.
La speranza non è estorce nulla. È fiera e mite.
E’ con questo spirito, e questa speranza direi, che ho scritto questo articolo, che mi auguro possiate ‘spammare’ ovunque.
Abbiamo bisogno di non disgregarci, di non “disincollarci”.
Anzi…. dobbiamo creare modalità di incontro di tutte le realtà che stanno già lavorando e in futuro lavoreranno per la difesa, tutela e salvaguardia, della nostra Valle. E questo potrà essere esteso a tante altre realtà, su cui magari non gravitiamo, ma che di certo rientrano in quel ciclo di vita e morte di cui tutti facciamo parte. Dobbiamo incollarci. Fare di tutte le tessere sparse un unico puzzle.
Il giardino del vicino è molto più “vicino” di quanto pensiamo. Valga per noi e per il vicino stesso.
Siamo a disposizione per dialogare, come già parzialmente sta avvenendo, con Istituzioni, Amministrazioni, che sono fatte di Persone, molte delle quali vivono queste Valli ed esse stesse sono consapevoli di quanto dobbiamo scongiurare.
Auspico di venir sommersa da contatti per poter creare rete. Chiedo a tutti i Sindaci e Amministrazioni dei Comuni con l’idronimo Bormida, per esempio, e non solo a loro, di muoversi, creare un gruppo (come già stanno facendo con documenti firmati da molti), farsi capofila di un’azione di speranza (per usare i due termini sopracitati) e di una speranza con azione.
Chiedo alle Cittadine e ai Cittadini che leggono di non pensare che sia tutto perduto. Mai.
#piemontesacrificabile deve diventare #piemontesperanzazione, che non è un manifesto politico in senso moderno, è una spinta emotiva, è un movimento vitale, filantropico, autentico.
Un’amica mi ha scritto pochi giorni fa’:
“Nulla si perde davvero” .
Emanuela Celauro ‘manugea’
Comitato Acqua&Terra
Comitato TVB Tutela Valle Bormida
vallebormidaeilsuofiume@gmail.com