I pesci pilota della politica: Pisapia

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Alfredo Morganti,

di Alfredo Morganti 2 giugno 2016

Ogni tanto c’è qualcuno che rimprovera alla sinistra di aver perduto tutte le occasioni, di aver subito tutte le sconfitte, di non aver fatto nulla di nulla, di aver solo conservato l’esistente, di aver partecipato a 63 governi (!) senza muovere una paglia, di non aver cambiato la Costituzione 70 anni fa (la Boschi) mentre ancora la si stava scrivendo, ma di non averla cambiata nemmeno 60, 50, 40 anni fa (quando almeno era già stata scritta!), di essere rimasta 30 anni indietro (Pisapia, recentemente), e poi di avere sempre perso le elezioni, e di essere ideologica, astratta, vecchia, intellettuale, fumosa, passata, irresponsabile, gufa, rosicona, sopravvissuta a se stessa, ‘dura e pura’, sinistra-sinistra, senza un popolo, senza un futuro, ferma a vecchi schemi, sorpassata dai fatti e dagli eventi. Uno spettro.

Ci ha pensato Pisapia a mettere il punto finale a questa escalation. Ha scritto un’invettiva, appunto, contro i ‘duri e puri’, contro la sinistra-sinistra, contro quelli che ‘sono rimasti 30 anni indietro’. L’ennesima predica insomma. Tutto ciò solo per giustificarsi, non per altro, per mostrare quanto sia giusto, doveroso, intelligente, restare agganciati a Renzi (ma da sinistra eh!). E così sfruttarne la scia, trarne vantaggi e auspici, costruirsi carriere, proprio come i pesci pilota dietro agli squali. Eccolo il moderno di cui ci parlano questi nuovi moralisti. Gli stessi che si voltano e vedono solo sconfitte. Il moderno: ossia questo sbocconcellare gli avanzi delle prede. Questo seguire l’acqua torbida del predatore. Questa idea di poter trarre vantaggio da tutto, anche dalle sconfitte, anzi soprattutto da esse. Per di più addebitandole agli altri, quelli che restano comunque fuori scia e non amano le acque torbide in cui gli altri sguazzano mischiandosi tra loro senza ritegno, senza più riconoscersi, senza più parti, senza più distinzioni né identità. Un mare piatto, putrefatto, di gente tutta uguale.

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