Fonte: ESSE
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Benedetta Piola Caselli – 27 settembre 2014
Nella mancanza di un’ analisi seria del voto, oggi Altraeuropa rischia di perdere importanti pezzi di consenso, maltrattando (almeno a Roma), le categorie che l’hanno sostenuta in principio.
Mi riferisco in particolare a due: 1) la fascia “intellettuale” che ha votato per un progetto unitario, rassicurata dalla presenza dei garanti, 2) l’elettorato cattolico, che ha votato per l’attenzione ai temi sociali.
La prima categoria coincide con i lettori abituali di quotidiani e riviste impegnate.
Questo elettorato, che legge, che ragiona, e sa che la verita’ e’ spesso piu’ sfumata di come appare, rischia di essere umiliato da un sistema di pensiero che si fa sempre piu’ dicotomico e da un linguaggio che si fa sempre piu’ adolescenziale.
Un esempio recentissimo e’ la questione Nunzio D’Erme.
A Nunzio D’Erme – a cui va peraltro la mia personale simpatia per aver scaricato del letame davanti casa di Berlusconi – , di anni 52, e’ stata disposta la custodia cautelare in carcere per resistenza aggravata, lesioni aggravate, procurata evasione.
Il sito di Altraeuropa Roma ha riportato in poche ore il link di contropiano.org , che ricostruiva l’accaduto in questi termini: http:// contropiano.org/articoli/item/26481
Alla richiesta di aspettare almeno di leggere le motivazioni della magistratura, e’ stato risposto che si sapevano gia’ : D’Erme aveva resistito all’aggressione “fascista” di Militia Chirsti, che aveva attaccato una manifestazione in sostegno dei diritti omosessuali.
Dunque, quanti erano questi fascisti che hanno assalito la manifestazione? Due.
E in cosa e’ consistita questa aggressione? Nel presentare all’ assessore di Sel Celeste Costantino un documento in cui si prendeva una posizione netta contro l’educazione al genere nelle scuole; documento peraltro ricevuto, per pluralismo.
Il documento riproposto, e quindi “adottato” nei fatti da Altraeuropa, cosi’ come l’articolo di Sandro Medici sul Manifesto di ieri, tuonano contro il clima di intimidazione che si sarebbe creato intorno alla sinistra antagonista. D’Erme sarebbe, in quest’ottica, un capo espiatorio della repressione, vittima di un provvedimento esagerato e punitivo.
Bene.
Per poter sostenere queste tesi, occorrebbe leggere (da tecnici) le motivazioni della magistratura, che sono state diffuse solo in minima parte, e la ricostruzione dei fatti che risulta dalle indagini preliminari; nonche’ provare (in modo tecnico) che ci sono state forzature o violazioni di legge, e non una normale azione penale in presenza di notizia di reato (che, si ricorda, e’ obbligatoria).
E’ difficile, altrimenti, capire perche’ i magistrati, cosi’ amici quando indagano i nemici, sono invece nemici quando indagano gli amici: sembra un po’ una presa in giro, inaccettabile per le intelligenze critiche e la credibilita’ del movimento – cose, l’una e l’altra, che si dovrebbero volere al centro di ogni agire politico.
Se invece queste intelligenze non le si vuole, perche’ mettono in crisi degli assiomi consolidati, e sfidano la retorica con la prova dei fatti, il discorso e’ diverso.
Altraeuropa dovrebbe interrogarsi su quel che vuole fare; e se e’ compatibile parlare un linguaggio acritico per strizzare l’occhio ai movimenti e, allo stesso tempo, volersi dare una veste intellettuale.
La seconda categoria sono i cattolici: Tsipras e’ andato dal Papa, e mezza lista ha tuonato fuoco e fiamme. L’altra mezza ha taciuto, tanto che la risonanza che se ne e’ avuta e’ nulla.
Puo’ non piacere, ma la Chiesa cattolica – rea, indubbiamente, di immensi crimini- ad oggi e’ uno dei piu’ importanti baluardi contro la poverta’.
La mense, i dormitori, l’accoglienza agli stranieri, l’assistenza agli anziani, l’assistenza ai disabili, i centri ricreativi gratuiti, sono quasi tutti gestiti dalla Chiesa cattolica. Non dovrebbe essere cosi’: si tratta di una supplenza ad una carenza dello Stato; ma, in questo momento, chi vuole fare un discorso di difesa efficace dei deboli, non puo’ fare a meno di tenerne conto.
Tsipras l’ha capito; cosi’ come ha capito che far crollare la vecchia dicotomia comunisti/cattolici avrebbe tagliato le gambe a chi ne fa uso: cioe’ la destra berlusconiana e tutta l’area moderata. Non e’ un caso che Repubblica, che segue ogni ora della giornata di Papa Francesco, abbia glissato quasi completamente su quest’incontro.
La presenza cattolica e’ stata importante in campagna elettorale, e voluta e sostenuta dai garanti, che hanno scelto dei candidati impeccabili. Mi piace sempre ricordarlo: per la circoscrizione centro, Gesualdi, allievo di Don Milani; Mancini, Prof. di Filosofia teoretica e volontario della Caritas; Maddoli, scout e cooperante internazionale.Questi candidati hanno riscosso un ottimo successo, nonostante l’assenza del sostegno di partito e, spesso, l’inesperienza politica personale.Ma, oggi, questo appoggio ci sarebbe ancora?
Altraeuropa, almeno a Roma, e’ interessata a definire una linea politica comune, stabilendo un linguaggio condiviso su temi importanti, quali la legalita’ e la giustizia sociale?
O intende ringraziare e salutare, magari proponendo un appoggio a geometria variabile, con cui si evita qualsiasi confronto sui punti essenziali, per ritrovarsi casualmente, che so, sulla palestina?
Altraeuropa ha vinto perche’ ha saputo coinvolgere entusiasmi diversi. Questi entusiasmi diversi rischiano di andare dispersi per colpa della mancanza di dialogo interno, di democrazia, e di scelte condivise sulle linee politiche da seguire. Ridurre un’esperienza significativa perche’ complessa, ad una piccola falange di pensiero unico e retorico, e’ un vero, un vero peccato.