PENSARE  AI  NOSTRI  DEFUNTI  DI  FORMA  COSTRUTTIVA

per Filoteo Nicolini

PENSARE  AI  NOSTRI  DEFUNTI  DI  FORMA  COSTRUTTIVA

Un precedente articolo (https://www.nuovatlantide.org/di-defunti-e-di-dialogo/) toccava un tema che appartiene a tutti noi, senza distinzioni. Quel ricordo improvviso di chi ha varcato la soglia della morte è uno sguardo muto rivolto a noi; i nostri comportamenti morali e le acquisizioni spirituali possono costituire alimento per l’anima di chi ci ha preceduto nel cammino all’al di là. Normalmente non approfondiamo l’esperienza, sfugge l’immagine così come è sorta e ci prendono le occupazioni solite. Ritorniamo alla coscienza quotidiana, e lasciamo dietro ciò che giace sommerso come nelle profondità di un oceano e solo di tanto in tanto viene portata alla luce. Nel profondo dell’anima giace la paura che è presente in ogni essere umano, la paura dello spirituale, che è poi la paura della morte. Sotto sotto, c’è un potere che ci attanaglia e ci distoglie dal pensare ai nostri defunti di forma costruttiva. È la responsabilità che abbiamo con chi ci ha preceduto, quel nesso che ci lega a loro e richiede attenzione. Non è assurda e ridicola l’idea che di quell’essere che conoscemmo ed amammo non rimanga più nulla alla morte? Quei pensieri, sentimenti e volontà erano sorti dal caso e si sono annullati come scoria nell’indifferenza cosmica?

Quell’essere che conoscemmo è lì che ci guarda; può arricchirsi con quanto di meglio possiamo offrirgli di spirituale, in vista di una futura incarnazione.

Ci si può porre la domanda tra chi crede nell’al di là: poiché i morti vivono nel mondo spirituale, hanno proprio bisogno dei nostri pensieri morali, delle verità spirituali? Sembra un non senso. Tra chi sa che c’è vita dopo la morte, ci sono tanti che credono sia sufficiente l’aver varcato la porta della morte per sperimentare già tutto e vedere tutto ciò che c’è da vedere e sapere. C’è la convinzione che dopo la morte una anima sarà in grado di acquisire tutta la conoscenza di cui ha bisogno, perché allora sarà nel mondo spirituale.

Questo, tuttavia, non è il caso.

Come qui sulla Terra vivono persone, le quali percepiscono tutto ciò che sono in grado di percepire per mezzo dei loro sensi, ma non sono in grado di formarne idee o concetti adeguati senza educazione e formazione, così è con le anime che vivono nei mondi soprasensibili. Sebbene queste anime vedano gli esseri e i fatti dei mondi spirituali superiori, non possono formarsene concetti o idee adeguate. Per prepararsi alla prossima incarnazione, le anime hanno bisogno delle acquisizioni spirituali realizzate qui sulla Terra da esseri come noi. Ci tocca scoprire lo spirito laddove è più nascosto sebbene operante.

È pur vero che di norma abbiamo applicato le nostre facoltà per l’acquisizione della conoscenza prodotta per mezzo dei sensi e attraverso l’intelletto che è legato al cervello. Spesso abbiamo deviato il nostro pensiero allo studio delle cose appartenenti esclusivamente al mondo fisico, nel quale viviamo come impigliati. Ma ad un esame ravvicinato abbiamo sviluppato atteggiamenti morali e sentimenti altruisti, in tutta la nostra vita abbiamo sempre una tensione volta a farci superare gli angusti limiti della conoscenza, e questa spinta in avanti ha un significato più grande per il mondo di quanto non abbia semplicemente all’interno dell’anima. È questo ottenimento che ci fa evolvere. Queste verità da noi conquistate ed espresse nel linguaggio normale della ragione umana, possono essere intelligibili ad ogni anima umana, incarnata o che abbia varcato la soglia della morte.

Quindi la condizione preparatoria per l’effettiva comprensione delle verità spirituali è un’educazione dell’anima alla virtù del coraggio morale, coraggio spirituale.

Babelezon bookstore leggi che ti passa

Articoli correlati

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.