Ho sperato fino all’ultimo che Mario Draghi non si dimettesse mercoledì e neppure giovedì. Mi sarebbe piaciuto vederlo cadere il 25 Luglio.
Una data già scolpita nei libri di storia, sarebbe stata consolidata nella sua già potente simbologia evocativa.
Un salutare richiamo, una dose booster per rafforzare il sistema immunitario delle future generazioni, contro i prepotenti che disprezzano la democrazia, vilipendono i dissidenti, e offendono le istituzioni.
Una data da ricordare, una Giornata della Memoria, per non dimenticare e per metterci in guardia contro ogni delirio di onnipotenza.
A Giuseppe Conte non va attribuita la colpa, ma va riconosciuto il grandissimo merito di averci liberati da chi stava rendendo il Parlamento un’aula sorda e grigia…
Un partito sedicente di sinistra, che è riuscito perfino ad eleggere suoi segretari Matteo Renzi prima, ed Enrico Letta poi, ora piange la dipartita del grande “vile affarista” Mario Draghi (Cossiga dixit).
E’ piena estate, fa tanto caldo…
Se le lacrime fossero fredde piangerei anch’io.