di Luigi Altea 07 febbraio 2015
L’On. Ilaria Borletti Buitoni, della famiglia dei conti Borletti di Arosio, aderendo al PD, di fatto è entrata a far parte della grande famiglia della sinistra europea.
Non sarà certo il suo nobile lignaggio, e neppure il suo doppio cognome confindustriale, a far velo al giudizio sulla sincerità del cambio di casacca e sulla purezza delle intenzioni.
Nel carrozzone renziano ci sono tanti mascalzoni di estrazione proletaria, attratti dalla politica per sfuggire alle angustie di una vita agra, e per garantirsi una vita sazia senza troppe fatiche.
L’On. Borletti, pur non chiamandosi Migliore, non sarà certo la peggiore tra i personaggi che affollano e assediano i palazzi del potente di turno.
La signora Ilaria, benché non si chiami Gennaro, è una persona rispettabilissima. E’ una “volontaria”che dell’Africa, degli africani e degli ammalati si occupa concretamente da sempre, senza strombazzarlo ai quattro venti, e senza riceverne voti in ricompensa…
E tuttavia… che c’entra la signora Borletti Buitoni con la sinistra italiana?
Che senso ha la trasfusione continua di moderatismo o, peggio, il reclutamento di scilipotti e lanzillotte in compulsiva ricerca di poltrone, in un partito che voglia davvero essere l’erede della storia più bella della sinistra italiana?
Un PD sempre più grosso e sempre più stinto, servirà certamente al consolidamento del potere del suo leader, ma non certo alla democrazia…
E neppure alla pace sociale.