Autore originale del testo: Alfredo Morganti
Pazienza se qualcuno morirà.
Ha detto proprio così, poi si è scusato. Chissà se lo avrebbe detto nel caso a morire toccasse a lui o a qualcuno della sua famiglia. Finché muoiono anonimi, perdenti, sfigati, malati, vecchi, poveracci, disgraziati, che problema c’è? Anzi, che male c’è? Chi se li ricorderebbe, a parte quei pochi che li hanno frequentati? Magari si tratta pure di pessimi consumatori e di pessimi frequentatori di centri commerciali, dove vanno solo a passeggiare per l’aria condizionata o per la pioggia invernale. Magari vivono la loro vita in modo dimesso, senza lustrini, senza paillettes, senza glamour, senza raffinatezze, senza viaggi intercontinentali o serate eleganti o cene a cinque stelle in un tavolo riservato. Magari sono comunisti, immigrati, precari, lavoratori senza alcuna certezza, o magari sono come la suorina di 63 anni, morta a Milano mentre andava in bicicletta a portare aiuti ai senzatetto: morire per un poveraccio, pensate un po’!
E magari si tratta di gente priva di gusto, gente che non ha il senso degli affari, che vive senza affannarsi nella corsa al gadget, al bene di lusso, oppure alla paccottaglia di certi negozi di abbigliamento. Magari non fanno nemmeno la fila di notte davanti al negozio della Apple, in attesa del nuovo modello a 2000 euro, magari vivono in case che, secondo il naso fine di Lor Signori, puzzano, o sono disadorne, o sono arredate con mobili modesti, e si trovano in lontanissime (sempre per Lor Signori) periferie, dove arrivano appena i centri commerciali. Magari non sono gente di mondo che sa apprezzare il profitto, quello che intascano in pochi, i migliori, quelli che dicono di meritarselo, a fronte del sacrificio e della subordinazione e dello sfruttamento di molti. Magari hanno automobili vecchie di 20 anni e non sono nemmeno attratti dalle varie rottamazioni, dal nuovo motore rivoluzionario, dalla connessione compresa nel prezzo, dagli spot che mostrano le auto fiammanti sempre in un deserto, in mezzo a foreste, sole solette e sfreccianti, mai nel traffico puzzolente dei SUV, in coda, in un’aria rovente e appestata dai gas di scarico.
Magari sono già mezzi morti, nella testa e nel corpo, sono già vecchi e senza ambizioni, oppure sono grigi, dimessi, al contrario di quanto prescrive questo mondo ipocrita di influencer e di manichini viventi griffati, marchiati, bollati, che vivono solo per le merci. Magari non mancheranno a nessuno, magari ci scorderemo presto di loro, sempre che qualcuno se ne ricordi ancora. Ecco: perché dovremmo fermare il gran mondo del capitalismo assistito ed evasore, il capitalismo che incassa sovvenzioni pubbliche e profitti senza restituire mai niente al fisco, ossia alla ricchezza pubblica, se poi, in fondo, a morire saranno soltanto questi sfigati, questi vecchi improduttivi, questi residui? E pazienza se qualcuno morirà, dice quello! Volete mettere i fatturati e questo mondo che vive al disopra delle proprie possibilità, in un abisso di diseguaglianze, rispetto a queste vite non-vite? Volete mettere la “crescita” con la morte degli altri? Non c’è paragone, no?