Pasquino: “Boccio Berlusconi, ma anche Cartabia. Per il Quirinale non bastano dieci mesi da ministro. Voterei Giuliano Amato. Non avrei nessun dubbio”

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Antonello Sette
Fonte: Globalist

di Antonello Sette

Professor Gianfranco Pasquino, andrà come tutte le altre volte con i partiti, o con quel che resta di loro, che tirano fuori dal cilindro un outsider lontano dalla mischia politica?

No, qualcuno che non ci aspettiamo questa volta non credo, afferma il professore emerito di Scienza politica rispondendo a SprayNews. I nomi, che circolano, sono di persone sufficientemente note e i partiti, o quello che ne rimane come dice lei, non è che abbiano una grandissima fantasia. La cerchia è quella dei nomi, che sono entrati nel girone dei papabili. Certamente Giuliano Amato è una candidatura plausibile, così come Emma Bonino. Anche Silvio Berlusconi è una candidatura molto più che plausibile, perché parte con un cero numero di voti assicurati e ci sono molti, che gli devono la loro carriera politica e, forse, anche il loro benessere personale, per quello che il leader di Forza Italia ha fatto in questi anni. Naturalmente anche Mario Draghi non è uno sconosciuto e mi pare che abbia esternato una “leggera” ambizione di diventare Presidente della Repubblica. Certamente Maria Elisabetta Alberti Casellati pensa di essere candidabile, in quanto Presidente del Senato. Sicuramente si ritiene candidabile Pier Ferdinando Casini, perché è il decano di questo Parlamento e perché, dopo aver fatto parte della Camera con i voti del centrodestra ed esserne poi diventato Presidente, è stato poi eletto senatore del Pd nel centro di Bologna. Anche in questo senso, avrebbe tutte le carte in regola. Io obietterei che non sa quasi nulla di Europa, ma questo è un problema diverso, che sposta il discorso dai nomi alle qualità. Anche Paolo Gentiloni si è sentito chiamato in causa e certamente non disdegnerebbe la nomina alla massima carica dello Stato.

Guardi, io le qualità le definisco seguendo anche il Presidente Mattarella, oltre la Costituzione, che Mattarella e io conosciamo sufficientemente bene. C’è bisogno anzitutto di spogliarsi di ogni appartenenza e, secondo me, questa frase, non accompagnata dall’aggettivo politica, significa che bisognerebbe spogliarsi anche delle appartenenze economiche e questa necessità crea sicuramente un problema a Berlusconi, che continua a essere in un massiccio conflitto di interessi. Un conflitto, che non ha mai voluto risolvere e che non può risolvere, perché la sua vita è Mediaset e Fininvest. Quindi, perdurando questo conflitto di interessi, le qualità necessarie non le ha. Peraltro, non ha neppure le qualità europee, anche se il partito popolare europeo lo ha accolto nel suo seno e, a quel che lui dice, con un ruolo molto importante.

Un’altra qualità importante è quella di essere identificabile come una persona, che sia in grado di perseguire l’unità nazionale. Berlusconi, anche se forse non è l’unico, è divisivo e, quindi, non possiede neppure questa qualità. La terza qualità necessaria è quella di essere capace di tutelare il ruolo e le prerogative della Presidenza della Repubblica. Ci vuole qualcuno, cito Mattarella, che conosca la politica e che sappia come fare buon uso dei poteri attribuitigli dalla Costituzione e anche questa necessità è per alcuni un problema non marginale. Sono, per così dire, persone non collaudate. Quest’ultimo è un problema anche per Mario Draghi, che può vantare dieci mesi di governo, ma certamente non grandissime competenza ed esperienza politiche. Questa considerazione va estesa anche a Marta Cartabia, perché qualche mese da ministro non fanno una persona competente in politica.

Io sono un grande professore si scienza politica e, quindi, mi ritengo un grande elettore. Ogni volta che voto, lo faccio in maniera molto grande, per di più perdendo, ma dando sempre un voto significativo.

Preso atto della sua competenza e dei suoi titoli, restando alla domanda, mi dica a chi andrebbe il suo significativo voto? 

Se io fossi in Parlamento, voterei Pasquino e mi chiederei, fin dal primo istante, se Pasquino è in grado di avere dei consulenti adeguati, perché la Presidenza della Repubblica richiede consulenti economici, giuridici e anche culturali di un certo rilievo.

Se Pasquino, come temo, non dovesse farcela, su quale altro nome punterebbe?

A quel punto voterei Giuliano Amato. Non avrei nessun dubbio.

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