Parliamo un po’ di politica #nelmerito?

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Andrea Pertici

Oggi 10.000 donne e uomini saranno condannati a morte dalla mancanza di accesso alle cure sanitarie e 262 milioni di bambine e bambini non potranno andare a scuola. […] Se l’1 per cento dei più ricchi pagasse lo 0,5 per cento in più di imposte sul patrimonio, si potrebbe salvare la vita di 100 milioni di persone e permettere a tutti i bambini di avere un’istruzione nel prossimo decennio.

Sono queste le parole (basate sul Rapporto Oxfam 2019) con cui si apre il V capitolo de “La notte della sinistra“, saggio di F. Rampini, scritto per i tipi di Mondadori (Strade blu). Un testo che mi sento di consigliare a chi voglia comprendere come la sinistra (o – come si dice qui da noi – il centrosinistra) abbia perso tutta la sua capacità di leggere la realtà e di proporre soluzioni, perdendo così anche tutta la sua credibilità.

In Italia, un importante pezzo di sinistra è stata al governo 5 anni con pezzetti di destra, presentati come amici “moderati” (solo perché più affetti da calvizie che da ossigenature bionde sormontate da ciuffo a banana), senza affrontare la questione fiscale, né in termini di progressività (che oggi è concepita in modo da gravare soprattutto sui redditi medio-bassi) né in termini di tassazione sui grandi (e sottolineo grandi, per evitare che ancora una volta sia stritolato il ceto medio) patrimoni. Nulla. Niente salario minimo, reddito minimo, pensioni minime, perché che ci sia un minimo di dignità – come richiederebbe la Costituzione – non interessa. L’importante è mantenere i privilegi dei politici (di chi, di riffa o di raffa, ha pescato il biglietto giusto nella lotteria delle leggi elettorali, pazienza se incostituzionali, blindate, che ti consentono di poter dispiacere a molti, purché tu piaccia a uno: il capo). Qualche bonus qua e là (80 euro, in contrasto con la progressività e a prescindere da reddito “familiare”; paghetta extra ai neo-maggiorenni anche se di famiglie ricche…), per far vedere che, in fondo, si è anche caritatevoli. Ma un progetto di sviluppo e di riequilibrio sociale (ad esempio, una proporzione tra i compensi dei manager e quella degli operai e degli impiegati?) non si è mai visto.

Ora, anche dall’opposizione, nulla. Si critica (molto) il #M5S, pieno di “incompetenti”, che avrebbero invaso le stanze di tutti i premi Nobel che avevano schierato nei precedenti governi (li ricordate, no?) e (un po’)#Salvini, per il “fascismo”, perché si fa riprendere in boxer al mare e…. attenzione: perché non riesce a fare la #FlatTax. Non perché la propone, cosa che dovrebbe da sola far imbestialire la sinistra, ma perché non la fa. La critica alla politica economica del #Governo, del resto, si è già tanto consumata sul reddito di cittadinanza. Non per cercare di farlo meglio, ma perché avrebbe fatto stare le persone “sul divano” (quelle che lo hanno, ma anche questa è un’eventualità che non riescono a contemplare dalla loro chaise longue). Insomma, se capisco bene (perché il messaggio arriva, in effetti, un po’ confuso) per almeno una parte di quella che sarebbe la “sinistra”, bene la flat tax (che questi incapaci non riescono a fare) e male il reddito minimo. Quanto al salario minimo, proposto dal M5S, a sinistra li vedo molto molto tiepidi.

Ma lo sbandamento prosegue su quello che negli ultimi mesi è diventato – senza esserlo mai stato prima, almeno in Italia – un tema centrale: quello del clima e dell’ambiente. Naturalmente ci sono tutti saltati sopra, diventando tutti plastic free, adottando animaletti (magari candidi e fotogenici… ma qui erano stati battuti sul tempo dal più bravo di tutti) e mettendo su tutti i loro profili un bel “Save the Planet!”. Costa 0 e ti fa sentire partecipe. Peccato che quel pianeta che ora sentono pressante l’esigenza di salvare, solo 4 anni fa ci dicevano quanto fosse utile trivellarlo. E la trivella del resto al maggior partito di sinistra parte sempre facile, tanto da fare del Tav (un foro, appunto, per il trasporto merci) una priorità.

Ora, i miei amici mi diranno: bene, dopo tutte queste critiche, che come sempre non hai lesinato alla sinistra, che fare? Me lo chiedono, perché sanno che mi piace stare #nelmerito e sul punto sono diventati esigenti. Ma questa volta un bel pezzo di risposta sta proprio nella critica. A partire da quella di #Rampini. Una (ragionevolissima) tassazione aggiuntiva sulle rendite dell’1% più ricco, una maggiore progressività fiscale, che riduce le tasse ai redditi più bassi, un minimo garantito (come reddito, salario, pensione) per la dignità di tutti, un bel piano di investimenti ecocompatibili.

E’ una banale questione di solidarietà. Il principio per cui la sinistra esiste. E in assenza del quale non esiste. Appunto.

P.S.: alcuni amici mi “accusano” di essere troppo critico nei confronti della sinistra (o come si preferisce dire in Italia, del centrosinistra), ma questo dipende dal fatto che d’istinto guardo da quella parte. Anche se di solito non ricambiato.
P.P.S.: so che è lungo e me ne scuso. Anzitutto con Giovanni Naso Forti, che vi posso assicurare ce la mette tutta nel dissuadermi da questi post lunghi.

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