Paolo Savona: “italiani formiche che risparmiano per cicale straniere”

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Laura Serafini, Pietro Saccò
Fonte: AGI, Avvenire, Il Sole 24 Ore

Nell’annuale discorso al mercato, Paolo Savona propone Bitcoin di Stato e bond perpetui a un tasso massimo del 2%, anzichè attingere ai prestiti del MES, basterebbe convincere gli italiani a investire i risparmi nella ripresa del Paese…..i resoconti dell’agenzia AGI, di Avvenire, e del Sole 24 Ore 

Da www.agi.it

“Gli italiani sono tutt’altro che cicale, come una distorta pubblicistica tende a sostenere, mentre sono formiche che lavorano per sostenere molte cicale estere”. A dirlo, nell’annuale discorso al mercato, è il presidente della Consob, Paolo Savona, che ha ricordato come alla fine dello scorso anno le famiglie italiane disponessero “di una ricchezza immobiliare, monetaria e finanziaria, al netto dell’indebitamento, pari a 8,1 volte il loro reddito disponibile, di cui il 3,7 volte in forma di attivita’ finanziarie, per un ammontare di 4.445 miliardi di euro”.

paolo savonaPAOLO SAVONA

    Con il loro lavoro e il loro risparmio, ha aggiunto, gli italiani sostengono le ‘cicale’ “anche quelle di paesi che hanno un ben differente rilievo economico, come il Canada, gli Stati Uniti, il Regno Unito, il Belgio, la Francia e la gran parte dei paesi sudamericani. Ciò è valido guardando sia alle consistenze, sia ai flussi annuali di risparmio dei paesi citati”. “Questi dati non tengono conto delle immense ricchezze artistiche e ambientali del nostro Paese, che sono larga parte del patrimonio dell’umanità, la cui produzione di valore aggiunto, attraverso il turismo e gli scambi culturali, va assumendo il ruolo di volano della crescita delle aree economicamente piu’ arretrate del Paese”, ha concluso Savona.

Parlando della crisi prodotta dal coronavirus, Savona ha spiegato che è stata anomala, e che non è un caso di fallimento del mercato. “L’anomalia della crisi in corso – ha detto – è stata autorevolmente descritta come un evento che non doveva affrontare una bolla inflazionistica, né un boom di domanda aggregata, né alterazioni sistemiche del mercato finanziario, ma uno sconvolgimento dell’offerta produttiva dovuto a fattori esogeni, in gran parte metaeconomici, in quanto afferenti alla reazione alla pandemia Covid-19.

GIUSEPPE CONTE PAOLO SAVONAGIUSEPPE CONTE PAOLO SAVONA

Quella in corso, rispetto ad altre crisi del passato, non è un caso di fallimento del mercato, né della politica economica; anzi, questa ha reagito prontamente in misura abbastanza soddisfacente, andando anche oltre le forme tradizionali di intervento al fine di impedire che l’instabilità uscisse fuori controllo, soprattutto dal lato finanziario”.

2. Finanza. Il presidente Consob: italiani formiche che risparmiano per cicale straniere

Pietro Saccò su Avvenire

Nel discorso annuale al mercato Paolo Savona, presidente della Consob, ha proposto di creare un “Consulta pubblica” in cui esperti e operatori finanziari trovino soluzioni per fare in modo che il risparmio degli italiani sostenga le imprese. Questo gruppo di esperti dovrebbe produrre entro la fine dell’anno «un documento operativo per dare vita a una nuova architettura istituzionale meglio capace di proteggere il risparmio e incanalarlo verso l’attività produttiva, cominciando dalle esportazioni».

Gli Italiani come formiche che risparmiano per gli stranieri

L’idea di questa Consulta pubblica si inserisce in un discorso in cui Savona ha difeso la capacità degli italiani di risparmiare sottolineando però la necessità di usare questo risparmio – pari a 8,1 volte il reddito loro disponibile, di cui 4.445 miliardi di euro in attività finanziarie e il resto in immobili – per aiutare l’economia nazionale. «Gli italiani sono tutt’altro che cicale, come una distorta pubblicistica tende a sostenere, mentre sono formiche che lavorano per sostenere molte cicale estere» ha detto il presidente della Consob, citando come “cicale” nazioni come Canada, Stati Uniti, Regno Unito, Belgio, Francia e «la gran parte dei Paesi sudamericani». Secondo Savona, «il nostro Paese non rappresenta un problema finanziario per il resto d’Europa e del mondo, ma una risorsa di risparmio a cui l’estero attinge in diverse forme per la sua crescita».

Titoli di Stato senza scadenza

Savona ha anche rilanciato l’idea di emettere dei titoli di Stato senza scadenza per finanziare il debito pubblico, ipotesi avanzata a livello europeo dal finanziere George Soros a maggio. Queste «obbligazioni pubbliche irredimibili» nell’idea del presidente della Consob dovrebbero riconoscere un tasso di interesse pari al massimo del 2% (scelto in quanto obiettivo di inflazione da non superare nel mandato della Banca centrale europea) con esenzione fiscale.

Criptovalute per i pagamenti, blockchain per il risparmio

Tra le proposte del presidente della Consob – che fu proposto come ministro dell’Economia dal primo governo Conte ma ottenne poi il portafoglio degli Affari europei in seguito alle perplessità del presidente Sergio Mattarella – c’è anche la creazione di una o più criptovalute pubbliche per gestire i pagamenti e di un sistema basato sulla tecnologia blockchain per gestire il risparmio. In questo modo, ha detto Savona, «l’attuale dipendenza tra moneta e finanza continuerebbe, convivendo con criptomonete e criptoattività finanziarie create da privati».

Il messaggio del presidente della Repubblica

L’incontro annuale tra il presidente della Consob e i mercati si è aperto con il messaggio del presidente della Repubblica. Il presidente Mattarella ha ricordato che «il ruolo del mercato è centrale nel processo di ripresa del Paese che ha subito una crisi sanitaria senza precedenti, con gravi effetti economici e sociali, e conseguenze ancora difficili da valutare nella loro complessità. La propagazione del virus ha avuto forti ripercussioni finanziarie, con un sensibile aumento della volatilità. Le misure adottate dalle autorità, a partire da quelle monetarie, sono state determinanti per contrastare le tensioni sui mercati».

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3. Savona: bond “di guerra” per ripartire e garanzia Stato su capitale rischio

di Laura Serafini su Il Sole 24 ore

Rafforzare la tutela del risparmio, riequilibrando i poteri tra autorità di vigilanza e monetarie – alle quali oggi sono delegate azioni di ultima istanza che la politica non riesce a mettere in campo – e quelle per la tutela dei mercato finanziari, come è la Consob. Ma anche intervenire tempestivamente per regolare a livello internazionale la rivoluzione che l’innovazione tecnologica sta determinando: la digitalizzazione dei pagamenti e lo sviluppo di monete digitali (criptovalute) potrebbe smuovere i flussi finanziari dagli strumenti tradizionali e regolati della gestione del risparmio verso confini difficilmente controllabili con la regolazione attuale. E il rischio è che si crei a livello globale un «mercato mondiale del risparmio alterato».

Ma in questa fase post Covid-19 e con un sguardo particolare al caso italiano, è necessario riportare il risparmio popolare verso l’economia reale – principio espresso nell’articolo 47 della Costruzione e sinora rimasto in buona parte lettera morta – attraverso garanzie pubbliche sul capitale di rischio nelle Pmi, soprattutto quelle esportatrici.

Bond irredimibili e garanzie pubbliche sul capitale di rischio

La relazione annuale al mercato del presidente della Consob, Paolo Savona, è ancora una volta a tutto campo, attenta alle dinamiche macroeconomiche e internazionali più che a quelle interne. Ma questa volta il bilancio dell’anno non può non tenere conto dell’impatto della pandemia e della necessità di passare subito all’atto pratico per rilanciare il paese. Così il presidente Consob riprende la proposta rilanciata da Mario Monti, dall’economista Francesco Giavazzi e dal leader della Lega, Matteo Salvini, per l’emissione di «obbligazioni pubbliche irredimibili», cioè bond pubblici perpetui di guerra esonerati fiscalmente, per evitare che l’enorme debito che lo Stato italiano si appresta a contrarre anche con l’utilizzo dei fondi europei, impedisca all’economia del paese in futuro di risalire la china. In verità va detto che Salvini aveva proposto i bond di guerra come alternativa all’utilizzo del Mes, il fondo Salva Stati che oggi mette a disposizione 36 miliardi senza condizionali per sostenere la spesa sanitaria. Poi c’è la proposta di una garanzia statale sugli investimenti nelle Pmi, che «eviterebbe un ritorno non meditato dello Stato nelle imprese». Secondo Savona, l’esperimento potrebbe essere immediatamente avviato partendo dalle 22.058 medie imprese, dando iniziale preferenza alle 10.838 già esportatrici e a quelle che intendono diventarlo presentando piani credibili. «Garantendo un ammontare medio unitario di 1 milione di euro, una volta raggiunto l’obiettivo, l’onere oscillerebbe da un minimo di 11 miliardi di euro a un massimo di 22», ha spiegato.

Italia paese di formiche, 4.445 miliardi la ricchezza nazionale

Il presidente Consob resta convinto del fatto che l’Italia non sia un paese di cicale ma di «formiche – con una ricchezza immobiliare, finanziaria e monetaria disponibile di 4.445 miliardi a fine 2019, pari a 8,1 volte il loro reddito disponibile – che lavorano per sostenere molte cicale estere, anche quelle di paesi con un ben differente rilievo economico, come Canada, Usa, Regno Unito, Belgio, Francia e gran parte dei paesi sudamericani». Savona si è soffermato anche sulle decisioni assunte dalla Consob durante l’insorgere della pandemia e in particolare sulle misure sul divieto dell’assunzione delle posizioni nette corte e della vendite allo scoperto, adottate in coordinamento con l’Authority europea Esma. Il presidente Consob nei giorni scorsi era stato chiamato a rispondere dell’operato dell’Autorità e sulla decisione di riammettere lo shortselling a metà maggio, che ad avviso di alcuni parlamentari avrebbe determinato forti vendite sui titoli a piazza Affari.

La difesa dello stop alle vendite allo scoperto

«È stata anche decisa la proibizione delle operazioni di borsa allo scoperto al fine di bloccare questa forma di speculazione, realizzata in tre tempi, a cominciare dal 12 marzo, quando si sono verificate le condizioni previste dalla legge per l’intervento della Consob. Essa si sarebbe potuta anticipare se fosse subentrata in sede Esma una decisione a maggioranza dei membri del suo Board, che non è stato possibile raggiungere – ha ricostruito Savona -. L’Esma ha però deciso di ridurre per tre mesi, recentemente confermati, allo 0,1% la soglia di notifica alle autorità nazionali di vigilanza delle posizioni ribassiste. Una minoranza di autorità membri dell’istituzione ha però dato corso autonomamente alla stessa nostra decisione, ma per una durata temporale più corta, per un mese, rispetto alla nostra, di tre mesi. Poiché queste stesse autorità hanno comunicato che il provvedimento, dopo un rinnovo, non sarebbe stato più replicato, la Consob ha deciso di revocare anticipatamente la proibizione per il tono più equilibrato mostrato dalle quotazioni e per la valutazione che la speculazione allo scoperto sui nostri titoli si sarebbe altrimenti spostata su borse estere. L’andamento negativo dei corsi azionari del 19 maggio ha fatto ritenere ad alcuni che la caduta fosse stata determinata dal provvedimento di revoca, ma le operazioni allo scoperto sono state quel giorno di dimensioni trascurabili e tali sono continuate nei giorni successivi».

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