I pallonari del governo Renzi

per Gabriella
Autore originale del testo: Alfredo Morganti

di Alfredo Morganti – 28 ottobre 2015

 Il governo Renzi (ergo Renzi) da due anni circa, scrive De Rita sul Corsera di oggi, è impegnato in un tenace ‘corpo a corpo’ con la società italiana. Il termine evoca il contatto fisico, ed è così. Un contatto reso possibile dallo scavalcamento sistematico di ogni mediazione e di tutti o quasi i corpi intermedi. Un corpo a corpo diretto tra Renzi e gli italiani, per ottenere direttamente da loro, a partire dalle categorie beneficiate da mance (dipendenti, insegnanti, ecc.) o da vantaggi veri (imprenditori) il consenso diretto alla narrazione e ai provvedimenti di questi mesi, ultima la legge di stabilità. De Rita spiega che il consenso organizzato (partiti) non è più possibile per l’assenza degli stessi, e quello ‘di fatto’ (i cittadini che vogliono ripartire sognando antiche ‘agiatezze’) si è dimostrato vano. Quel che resta è una strategia fatta di “qualche decina di tweet” (sic!), dice De Rita, mediante cui il governo, fuori dalle solite conferenze ufficiali e slides, intende arrivare diritto al cuore dei soggetti interessati e avvantaggiati dalla manovra economica.

Il ‘corpo a corpo’, dice De Rita, è un modo per affrontare la “crisi di rappresentanza” (ossia la fine dei partiti e la crisi delle istituzioni parlamentari) che caratterizza questa epoca. Come se questa crisi cadesse dal cielo, fosse un fatal destino. Anche perché De Rita per primo scrive che la “voglia di disintermediazione”, il desiderio di ‘spazzare’ il campo, è stata largamente “espressa dalla politica negli ultimi due anni”, ossia dall’avvento di Renzi, dunque da Renzi stesso! È stata una ‘voglia’ tutta renziana (e di chi voleva cancellare sin da prima partiti e sindacati). Così che il quadro andrebbe letto in un altro modo: non uno stato di necessità per cui si deve ricorrere ai tweet, ma il ricorso ai tweet e prima alle slides perché c’è voglia di spazzare via partiti, sindacati, stampa, informazione di massa, e comunicare direttamente ai cittadini i provvedimenti che si adottano. Magari usando una narrazione acritica che faccia ingoiare la pillola. Punto. Per fare che? Dice De Rita “per amplificare il ‘consenso d’opinione’, magari creando una bolla d’opinione almeno di durata biennale”. Una bolla. Una fragile, tenue, apparenza di consenso per legittimare un’altrettanto fragile apparenza di buon governo. Due apparenze che non ne fanno una, di realtà reale. “Due miserie in un corpo solo”, avrebbe detto Giorgio Gaber. Sgonfiare i partiti per gonfiare bolle mi sembra una tale cazzata, che nemmeno il prestigio di De Rita riesce a farmela digerire. Abbiamo davanti un governo di pallonari, in sostanza.

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