Pagano gli innocenti, come sempre

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Alfredo Morganti

di Alfredo Morganti – 22 gennaio 2019

Nella polemica antifrancese dei gialloverdi, c’è un punto chiaro: il riconoscimento che i flussi migratori non sono a capocchia, ma sono generati da potenti squilibri economici. I migranti, in pratica, appaiono il terminale finale, l’esito conclusivo e indotto di una ‘predazione’ del continente nero di cui il colonialismo, antico e recente, sarebbe l’artefice. Ma se le cose stanno così, perché tentare di frenare quel flusso con le cattive? Ossia facendo accordi con i libici, di modo che essi siano i nostri gendarmi in Africa? Perché far pagare dazio ai poveri che tentano di sfuggire alle guerre, alle carestie, al mancato sviluppo? E non avviare una politica vera di cooperazione, piuttosto che destinare alla medesima due spiccioli di bilancio, ennesima elemosina rivolta alla base della piramide sociale? Il riconoscimento delle cause che spingono verso di noi migliaia di ultimi, dovrebbe indurre insomma a mostrare attenzione verso le vittime, e non invece a scatenare su di esse il peggio della propaganda politica, del cinismo d’accatto, dell’impudenza morale.

O è una pacchia venire in Europa, e si fanno crociere a spese del contribuente, oppure siamo di fronte a un esodo doloroso, di cui qualcuno dovrà pur farsi carico (Italia compresa, paese coloniale alla stregua di tanti altri). La polemica antifrancese di queste ore è il classico boomerang: per amor di campagna elettorale si scatena il putiferio politico-mediatico contro un Paese europeo, ma così facendo si liberano da ‘colpe’ (e dalla conseguente ‘pacchia’) le migliaia di donne e uomini poverissimi che affrontano il mare, e vi muoiono, perché non possono certo permettersi di venire in Europa con uno yacht o con un volo di linea. E se tutti costoro non hanno colpe, non fanno crociere, non vivono nella pacchia, ma sono rigettati via dalle loro case e dalla loro terra, mi dite perché accanirsi contro le vittime, invece di condannare i carnefici (noi compresi e per primi)? La meraviglia per questa palese contraddizione, tuttavia, è fuori luogo. La storia è piena di vittime o di innocenti su cui si è infierito in nome di calcoli o realismo. Immaginate gli improvvisati governanti di questi mesi e il cinismo che non si ferma nemmeno davanti alle stragi in mare. E il conto è fatto.

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