Fonte: Fatto Quotidiano
di Andrea Colli 13 agosto 2015
Un interessante editoriale di Antonio Padellaro sul Fatto Quotidiano di oggi parla della difficoltà che hanno sempre incontrato le scissioni nella sinistra, arrivando a dire che non sono mai finite bene. Pensando alla sinistra del Pd, dice ai vari Cuperlo, D’Attorre, Gotor e compagnia cantante, “per carità non fatelo, non muovetevi, restate dove siete, mi arrogo un diritto che nessuno mi ha dato, ma che fa parte dell’umana solidarietà: impedire a qualcuno di farsi del male. Attenzione, comprendo il disagio di chi è costretto quotidianamente a subire l’arroganza del giovanotto venuto da Rignano sull’Arno e della sua corte ridens e capisco che a un certo punto mandarli tutti quanti a quel paese sbattendogli la porta in faccia sia un gesto liberatorio prima che politico. Ma poi?”
Riferendosi a Cuperlo dice: “CARO CUPERLO, scusa la banalità dell’argomentazione, ma voi bistrattati, ignorati, umiliati quanto si vuole, giocate nel e per il Pd che è il partito più forte. Sarebbe come lasciare la Juventus per finire, con tutto il rispetto, nel Latina o nel Crotone (per me romanista l’analogia Juve-Pd non è casuale). Contate ancora qualcosa perché rappresentate l’opposizione di sua maestà e per questo ancora vi chiamano nei talk show (ancora per poco, temo, in quelli Rai). E a chi di voi risponde: se restiamo impantanati qua dentro, Renzi ci assorbirà o ci ucciderà uno dopo l’altro come i dieci piccoli indiani, e i sopravvissuti non saranno più candidati. E allora voi, cribbio, reagite, battetevi, piantatela col solito piagnisteo, alzate la voce, fatevi capire dalla gente e ’sto Vietnam sulla riforma porcata del Senato fatelo sul serio. Perché se come tante volte è già accaduto (sul Jobs act o sulla scuola) la vostra veemente protesta finirà per esaurirsi in qualche patetica uscita dall’aula per non votare contro il governo, allora avrà ragione Renzi a sfottervi e a dire che “tutto il resto è noia”. Cioè voi.”
Non si può che essere d’accordo. Parlando di Fassina e di Civati dice: “Considero Stefano Fassina un economista tra i più preparati (lo feci scrivere sull’Unità reduce dalla sua esperienza al Fondo Monetario) e Pippo Civati, uno dei pochi che, in un mondo di opportunisti scatenati, abbia saputo anteporre la propria coerenza al proprio interesse. Sono convinto che impiegheranno ogni loro energia per dare forma a un nuovo soggetto (parola, lo confesso, che mi dà l’orticaria) che cerchi di mettere insieme i vari spezzoni dispersi della sinistra: da Sel alla lista Tsipras alla Coalizione sociale di Landini. Ma sono sicuri che sarà così facile marciare tutti quanti insieme riscaldati dal sol dell’avvenire? E chi l’ha detto che le normali dinamiche della politica (rivalità, competizioni, differenze programmatiche) risparmieranno miracolosamente quest’Arca dell’alleanza? E poi per spartirsi quanto: il cinque, l’otto, il dieci per cento?”
Anche qui sono d’accordo con Padellaro che probabilmente intuisce le intenzioni di Civati o conosce la storia di Possibile. Fin da subito Pippo ha detto che la sua (e nostra) Possibile non sarà la sommatoria delle sigle e dei rivoli della sinistra esistente, anche per tutte le ragioni che Padellaro ha sollevato, che renderebbero vulnerabile e subito perdente il nuovo partito. Ovviamente Civati si rivolge agli interlocutori naturali citati da Padellaro ma prima di tutto si rivolge alla moltitudine di persone che non vanno più a votare e non condividono quello che il governo fa e questo attraverso la presentazione degli otto referendum. Ovvero cerca di coinvolgere su temi concreti e di comune interesse la moltitudine di interlocutori facendo capire che le intese si possono realizzare partendo dai quesiti referendari necessari per l’abrogazione delle cattive riforme del governo e, dunque, non sulla sommatoria delle sigle preesistenti. Per ora la risposta sembra che vada nel senso delle parole di Padellaro, Sindacati e associazioni referendarie compresi, quando parla di rivalità, competizioni, differenze programmatiche, perché la proposta ha lasciato molto freddi certi” interlocutori naturali” di Pippo Civati e ci fa pensare che alla fine la strada giusta da percorrere sia quella intrapresa da Livorno un anno fa e che alla fine di ottobre concluderà il suo percorso costituente che darà vita al nuovo partito di Possibile.