Operazione San Gennaro

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Fausto Anderlini
Operazione San Gennaro
Il grande spostamento al centro della politica nazionale, con la simultanea disarticolazione della destra e della sinistra, l’opera d’arte del super stratega celebrato dai corifei e dai mercuriali alla Velardi, si è in realtà risolto nell’apertura di una ‘vasta prateria’. Nella quale non scorazzano Renzi, Rosato, Calenda e gli altri somarelli selvatici, ma la destra. Più forte e compatta che mai. In una micidiale formazione a doppia testuggine: al governo e fuori dal governo. Un’unica destra che marcia divisa per colpire meglio lo stesso nemico.
La repentina conversione all’europeismo non ha comportato alcuna defezione nella Lega. Neanche un problema di coscienza in tipi come Borghi e Bagnai. Men che meno un cambio di leadership, con il buon Giorgetti al posto del cattivone Salvini. Ognuno al suo posto in una macchina ben rodata: i ragiunat alle ‘poltrone’, gli altri teppisti sulla strada a far cagnara e lordare i cassonetti.
Lo scopo arrivare nelle migliori condizioni possibili alle elezioni che verranno, e per intanto a quelle del collegio presidenziale. Dove la destra si presenterà unita: Fi, Lega e Fd’I, con tutti gli altri pianetini a contorno. Tanto più che si voterà con Rosatellum: una prateria per la strapotenza territoriale della destra. Una forza che farà sentire i suoi effetti anche nel collegio per l’elezione del presidente dove peseranno anche i rurales delle loro quindici regioni.
Nel frattempo il centro resta quello che è: una congrega di sicari, narcisi, personalità infantili, politicanti e tramestanti senza seguito. Piccola pattuglia di una umanità border line, letteralmente imponderata, insufflata dai propagandisti della Gedi e che usa Draghi come una foglia di fico per coprire le sue vergogne.
Un ‘centro’ di piccole ciurme al servizio di piccoli innominati. Senza una leadership. Essendo Draghi un leader immaginario, pura proiezione desiderante. Politicamente inadatto, se non inetto. Una personalità inagibile al di fuori del contesto strettamente istituzionale. Come quasi tutti quelli che vengono dalle grandi macchine burocratiche di potere. Giganti nel loro ambito, nani al di fuori di esso.
Per adesso Draghi si sta dimostrando persino al di sotto delle performances di Monti (uno scarto che vale anche nel paragone fra Mattarella e Napolitano, i due grandi mentori). Non ha avuto neanche l’intelligenza, men che meno la forza, di far valere il suo potere di nomina sui sottosegretari. Mattarella mandò a casa Savona con un batter di ciglia, come Napolitano con Gratteri e altri impresentabili messi da Renzi nel menu ministeriale. Draghi si è fatto imporre tipi come la Borgonzoni e i tirapiedi di Berlusconi messi alla giustizia e all’editoria. Pure se sarebbe bastato un colpo di tosse per mettere a cuccia tutti i mestatori. O è troppo abile e persegue un disegno imperscrutabile ai comuni mortali, o è inadatto alla premiership. Imbarazzante interrogativo.
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