Operaio ammazzato nell’indifferenza di tutti

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Francesco Erspamer, Lucia Del Grosso, Stefano Fassina, Matteo Pucciarelli,

di Lucia Del Grosso – 15 settembre 2016

Non riesco a smettere di pensare ad Elsalam. E a Scelba. E ai morti di Reggio Emilia. Non so se sapesse di Scelba e dei morti di Reggio Emilia. So però che sapeva che chi è sfruttato non è sfruttato da solo e che non ci si può affrancare dallo sfruttamento da soli, ma insieme agli altri che condividono la stessa comunità di destino. E la comunità di destino di Elsalam non è la stessa di Marchionne. Perciò gli elsalam e i marchionne non possono stare nello stesso partito, non possono nemmeno votare lo stesso partito. Perché tra gli elsalam e i marchionne continua a combattersi la lotta di classe. Solo che in questo scontro gli elsalam muoiono e i marchionne no. Riposa in pace, Elsalam, caduto per difendere il posto di lavoro dei suoi compagni e la sua dignità di lavoratore e uomo.

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di Matteo Pucciarelli – 15 settembre 2016

Per curiosità, mi sono voluto andare a vedere il commento di Susanna Camusso rispetto ai fatti di Piacenza. Immagino che un sindacalista di peso e di storia, di fronte a un episodio del genere, faccia sentire la propria voce. Me lo aspetto, anzi lo pretendo. Cazzo, la rabbia gli deve scorrere nelle vene.

Sono le 20,07 e ancora nulla nelle agenzie da parte della segretaria generale del primo sindacato italiano. C’è un’altra sua dichiarazione, però, delle 11,41; in cui si ricorda al governo che è prioritario «mettere in sicurezza» il Monte dei Paschi, cioè una banca.

Peccato, perché se l’operaio fosse stato iscritto alla Cgil sarebbe stato proclamato lo sciopero generale (per i giovani e i non politicizzati che non sanno cosa sia uno sciopero generale, digitare “sciopero generale” su Google). Ma era un operaio dell’Usb, e lo sappiamo tutti come fanno quelli dell’Usb, che rompono continuamente i coglioni, si fissano sulle cose loro… Perché la Cgil concerta, media, siede ai tavoli istituzionali, certe pratiche di lotta per l’amor di dio, mica siamo negli anni ’70, un accordo si trova sempre.
Comunque sia, ricapitolando: neanche una dichiarazione per Salam – lavoratore ucciso durante una protesta – da parte del leader del più importante sindacato italiano (di sinistra, pare). Zero.

Ps. Sul sito della Cgil c’è una nota non firmata in cui si ricorda che «la morte di un operaio durante una manifestazione sindacale è un fatto grave e inaccettabile» (davvero?!), in cui si «chiede con forza di fare luce sulle cause e le responsabilità di quanto è accaduto» (eh beh, però almeno l’hanno chiesto “con forza”…). Patetico.

Ps2. Vanno invece molto più di moda gli appelli (sacrosanti) contro le morti bianche. Forse perché lì è tutto più “moderato”: lavoratori uccisi da macchine, quindi da “nessuno”, maledetto fato, al massimo una lontana responsabilità del datore di lavoro, distrazioni insomma, cosa ci vuoi fare.
Se invece il conflitto diventa così reale, vivido, concreto: silenzio.

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di Stefano Fassina – 15 settembre 2016

Agghiacciante e inaccettabile la morte di Abd Elsalam Ahmed Eldanf, operaio della Seam a Piacenza, avvenuta stanotte durante il picchetto per la difesa del lavoro, della dignità e delle condizioni del lavoro.
Le indagini chiariranno quanto è accaduto e le responsabilità individuali. Ma è evidente come, oggi, il lavoro sia sempre più svalutato e come difenderlo sia sempre più difficile.
Sinistra Italiana ha presentato in Parlamento un’interrogazione urgente al Governo per incominciare a fare luce sulla drammatica vicenda e riaffermare la necessità di garantire la sicurezza del lavoro e della sua difesa. Sinistra Italiana si stringe con dolore alla famiglia di Abd Elsalam Ahmed Eldanf e ai suoi compagni e compagne di lavoro e di lotta.

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di Francesco Erspamer  – 16 settembre 2016

In questi ultimi anni ho spesso usato GLS per spedire valigie in Italia e in Europa. Un servizio affidabile e molto economico. Ecco dov’era il trucco: lavoratori sottopagati e precari e chi protesta rischia di morire accidentalmente schiacciato da un TIR che non si ferma al picchetto.
Tutte le volte che pagate qualcosa troppo poco potete essere sicuri che ciò che risparmiate lo state rubando a un poveraccio; peggio, che state costringendo dei miserabili a farsi la guerra fra loro. Un tempo il gioco era esplicito: i popoli inferiori, o all’interno dei popoli i più deboli, dovevano sacrificarsi per il benessere dei privilegiati. Oggi siamo solo più ipocriti: il colonialismo lo abbiamo ribattezzato globalizzazione e lo sfruttamento e l’intimidazione li chiamiamo competizione, meritocrazia e efficienza.
Qualcuno mi sa suggerire un’azienda magari più cara di GLS ma più rispettosa dei diritti dei lavoratori e non solo di quelli dei consumatori?

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