Omaggio a Montale

per Emanuele Cherchi
Autore originale del testo: Andrea Carancini

Però, che farabutto, quel Montale

il Montale degli ossi di seppia.

Altro che seppie!

Giorni fa erano giorni d’estate

e mi struggeva la voglia del mare

del mare che rimane tutto l’anno.

Così sono andato al mare

con il desio della luce marina

e ho cominciato a cercare:

cercavo gli ossi di seppia.

Li ho trovati ancora sulla sabbia:

che delizia questi ossicini

che rara delizia!

Adesso, pensavo, me li metto in tasca

e li porto a casa

così domani sarò più ricco

e allora ne presi e ancora presi

per portarmeli a casa,

di quegli inermi ossicini

ma appena sono entrati in casa

in quella casa che è la memoria

sono spariti gli ossi e pure le seppie

e intorno mi ritrovo cannoni

cannoni inquietanti.

E adesso che faccio?

E adesso dove li metto?

Lo so, cosa devo fare:

devo metterli in postazione,

custodendoli con cura

e cominciare a sparare.

Perché con i fuochi della poesia

non c’è ricchezza: c’è da fare la guerra

la guerra al quartier generale.

Fare la guerra a chi muove la sfera

e a chi ci spera: a giudei e filistei.

Fare la guerra a marrani, cortigiani e cabalisti;

al poeta civilizzato

e a chi gli paga la giornata,

e a quelli che gli pagano la giornata,

e a quelli che applaudono al funerale.

E fare la guerra

a chi comincia bene e finisce male:

guerra anche a Montale.

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