OBBLIGO VACCINALE E GREEN PASS: LA DOPPIA CATENA DEL SUDDITO DEL DRAGHISTAN

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Federico Leo Renzi
OBBLIGO VACCINALE E GREEN PASS: LA DOPPIA CATENA DEL SUDDITO DEL DRAGHISTAN
Assai interessante notare come anche i più strenui propugnatori dell’obbligo vaccinale non parlino più di abolizione del green pass: persino chi crede sia necessario obbligare l’intera popolazione italiana al vaccino ritiene il green pass una misura strutturale, indipendente tanto dallo stato emergenziale quanto dalla situazione epidemica.
Il perchè è facile da comprendere: nel caso venisse instaurato l’obbligo vaccinale, sarebbe troppo costoso sguinzagliare le forze dell’ordine casa per casa a stanare i renitenti, è più economico quindi stringere sempre più il cappio delle restrizioni intorno a loro, stesso trattamento che verrà riservato a chi dopo l’ennesima dose non vorrebbe farsi quella successiva.
Le due misure quindi non si escludono a vicenda, ma anzi si rafforzano l’una con l’altra: l’obbligo vaccinale permette di aumentare le vessazioni collegate al green pass, il green pass è il documento attraverso cui ogni datore di lavoro, barista, controllore di bus/treno/metro, ecc può verificare che il suddito sia in regola con l’obbligo imposto dallo stato, facendo le veci delle sempre più esigue forze di polizia.
Se questa è la parte puramente repressiva, l’esecutivo ha elaborato anche una logica a premi: più dosi fai, più hai “privilegi”. Dalla quarantena fiduciaria abolita al poter partecipare ad attività sociali ad altri precluse, i vari tipi di green pass permettono in ogni momento di stabilire a quali “privilegi” può accedere la persona in suo possesso. Di diritti ormai non ha più senso parlare, perché persino diritti basilari (come quello all’istruzione, al lavoro, ecc) saranno subordinati al numero di inoculazioni effettuate.
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