di Alfredo Morganti – 13 luglio 2018
Tra gli stranieri residenti in Italia (circa 5.144.000 persone – più, secondo l’OIM, 300.000 irregolari), gli ‘africani’ sarebbero 839.000 circa. Una minoranza rispetto ai romeni che, da soli, sono circa 1 milione e 200.000. Gli stessi irregolari (stimati in 300.000, come abbiamo visto) erano ancora 500.000 nel 2003 e 326.000 nel 2012. Ciò detto, appare lapalissiano che la rotta mediterranea sia intrapresa soprattutto da una minoranza, che pur essendo minoranza, intercetta tutti riflettori mediatici e politici attivi. Dovrebbe essere chiaro, invece, che l’immigrazione irregolare è alimentata soprattutto dagli overstayers, che entrano con il visto turistico o autorizzati al soggiorno e poi restano nel nostro Paese. Secondo il Ministero dell’Interno (non le ONG) nel 2005 erano il 60%, a cui dovremmo aggiungere un 25% proveniente da area Schengen che ha approfittato dell’abolizione dei controlli di frontiera.
Fatti i conti, insomma, solo il 15% proverrebbe dalle rotte mediterranee (non solo quella africana, ma anche asiatica, il che renderebbe il numero ancor più aleatorio). Peraltro, dal novembre 2017 gli sbarchi sono nettamente diminuiti (dati Ministero dell’Interno). Alla data del 27 giugno scorso, erano 16.000 contro i 76.000 totali del 2017: -84,50% in media rispetto al 2016. Su cosa si puntano i riflettori insomma? Su un fenomeno importante, appariscente, drammatico, ma meno incisivo di altri. Sui neri, sui più poveri, sui più disgraziati, su chi rischia la vita consapevolmente, su quelli che fanno indossare la maglietta rossa ai loro bambini nel timore che il mare se li porti via ancor prima che qualcuno possa raccoglierli.
Detto ciò: quale invasione? E di chi poi: un’invasione di poveri? Non s’è mai vista un’invasione di poveri. E quali sarebbero i confini da difendere? Difendere da chi, dalla povertà manifesta di alcune migliaia di sopravvissuti al mare, alla fame, alla guerra, stipati in gommoni, e poi in navi mercantili o persino militari italiane che non vengono neanche accolte nei porti? Contro ogni umanità? L’OIM (Agenzia per le migrazioni dell’ONU) ha rilevato che nel primo semestre del 2018 sono morte già 1000 persone. Riflettori mediatici puntati su chi, dunque, su un centinaio di migranti stipati in qualche nave, messi come ultim’ora o prima notizia dai TG? UN CENTINAIO DI PERSONE, capite? Quando invece i flussi consistenti sono altri, meno appariscenti, ma altri. Centinaia di migliaia di ‘bianchi’, per esempio, che entrano in Italia dalla porta principale. Quasi alla chetichella. Anche Chiara Saraceno, pochi giorni fa su Repubblica, ha ricordato che gli immigrati mediterranei/africani sono solo una minoranza del totale. I più disgraziati ma una minoranza. Poi dice che la percezione non c’entra niente. Non si tratta di essere o meno ‘no border’, di non voler difendere i confini del Paese, di volere il male dei periferici (vorrei il mio stesso male, nel caso), si tratta semplicemente di essere seri.