Non è un golpe? Riforma del senato e legge elettorale, un passaggio verso la tirannide

per Gabriella
Autore originale del testo: Luciano Bruno

di Luciano Bruno –  15 ottobre 2015

Il combinato disposto tra Ddl Boschi e Italicum produrrà, di fatto, un Governo autoritario con ampi poteri ed un parlamento ridotto ai minimi termini. (Sarò impreciso per brevità ma è facile documentarsi su internet).

Con la riforma costituzionale viene lasciata competenza legislativa soltanto alla Camera dei Deputati dei cui seggi, grazie al premio di maggioranza previsto dall’Italicum, 340 (la maggioranza assoluta su 630) andranno alla lista che avrà preso il 40% dei voti al primo turno o che, altrimenti, prenderà la maggioranza dei voti al secondo. Considerando la possibilità di scarsa affluenza alle urne (prevedibilmente il 60% al primo turno e circa il 40% al secondo), praticamente una lista potrebbe ottenere, per assurdo, la maggioranza assoluta dei seggi con soltanto il 20% dei voti degli aventi diritto. Ma il problema non sta comunque lì. Il premier designato, in soldoni, con una manciata di voti, potrà fare e disfare a suo piacimento, con buona pace dell’intermediazione e della rappresentanza. Del resto i cittadini chiedono a gran voce un governo forte e libero di decidere senza il fardello delle interminabili attese dei vari iter tipici del bicameralismo perfetto!

Ma la domanda è: decidere cosa? Decidere per chi? Siamo sicuri che sia così conveniente svendere la democrazia in nome di un decisionismo che porterà vantaggi solo ed esclusivamente alle classi privilegiate? Dopo l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, chi crediamo che finanzierà le campagne di quelli che ormai sono poco meno che semplici comitati elettorali? La Costituzione del ’48, nata dalla resistenza, era stata concepita dai Padri Costituenti con lo scopo precipuo di evitare che si venissero a verificare forti squilibri tra i poteri dello Stato al fine di garantire un regime democratico e una adeguata rappresentanza in un Paese che usciva dal disastroso ventennio. Adesso, rieccoci al punto di partenza. Per quello che mi riguarda, considero e considererò sempre chiunque attenti alla nostra (sia pure perfettibile) democrazia, non un avversario politico, ma un NEMICO. Questo è quanto.

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