di Francesco Erspamer 30 settembre 2016
Non ho mai votato M5S ma lo farò: è un minimo atto di riparazione per aver contribuito involontariamente all’affermazione del regime renziano votando in passato per il Pd. Altri preferiscono far finta di opporsi al renzismo limitandosi a criticarlo e criticando al tempo stesso (e quasi sempre con maggior passione) i grillini e qualsiasi opposizione. E bevendosi con entusiasmo le menzogne della Repubblica: che ieri ha falsamente annunciato le dimissioni del ragioniere generale del Comune di Roma.
L’equidistanza, ammesso che tale sia, non mi pare assolutamente sufficiente: anche se davvero i partiti e i politici fossero tutti uguali, quelli al potere sono più colpevoli degli altri e il vero vantaggio della democrazia è che consente di cacciarli – primo passo, insufficiente ma necessario, per cercare di avvicinarsi a un governo migliore, magari attraverso tanti tentativi fallimentari.
Questa è la ragione per cui non sopporto quelli che nelle loro bacheche, anche in questo momento, dedicano più attenzione ai problemi di Raggi a Roma che allo smantellamento della Costituzione, alla privatizzazione della sanità e della scuola, all’assalto al sistema pensionistico, allo spreco di denaro pubblico per grandi opere che arricchiscono solo amici, amici degli amici e multinazionali. È chiaramente una questione di diverse priorità e di diverse concezioni del mondo, inconciliabili.
Lo so che per vincere il referendum servirebbe un fronte unito; ma tanto sono sicuro che quando alla fine di novembre i media cominceranno a martellare gli italiani con la notizia che Grillo e Salvini e Casa Pound approfitterebbero di un successo dei no per andare al governo e ovviamente fare leggi per regolamentare le migrazioni, sono sicuro che le pecorelle smarrite in un sussulto di antifascismo d’annata torneranno buone buone all’ovile liberista e voteranno sì al male minore, turandosi il naso, come sempre.
1 commento
UN NO CHIARO E TONANTE, MA PER ANDARE OLTRE LA STERILE DIFESA DELLA FORMA DI UNA COSTITUZIONE DI FATTO NEGATA.
Illustre e benemerito Comitato per il NO!,
se
la “controriforma” Boschi-Renzi è da respingere con un NO! CHIARO FORTE
e TONANTE, aver scelto di non accompagnarlo con un corollario di
concrete proposte di sagge riforme, averlo lasciato duro e puro, non è
stata, a mio parere, la scelta di miglior e maggior efficacia.
Una
scelta intrinsecamente debole, asfittica, senza prospettiva, che
comprime e soffoca saggezza e competenza, che non può entusiasmare, che
ci espone ad una facile propaganda denigratoria, conservatori,
frenatori, immobilisti, spendaccioni, che ha indotto personalità
importanti stabilmente annoverate tra la cultura progressista come
Benigni, Cacciari, Magris, Cassese, Augias, e chissà quanti altri, ad
aderire al SI solo per rompere l’immobilismo. E che ci fa tirare la
volata al successo politico di entità molto lontane, FI e Lega, o ancora
indefinite, M5S.
Una scelta perdente contro
qualcosa che può fregiarsi, anche se a torto, della qualifica di
“riforma”, in un momento in cui il Paese ne ha bisogno e che la
Cittadinanza attende nella speranza di migliorare il proprio quotidiano.
E ci espone ai ricatti degli apparati economico-finanziari, non solo
italiani, che faranno sfracelli verso una Cittadinanza vulnerabile al
plagio per carenza di difese e già ferita dalla crisi.
A
me pare di un’evidenza abbagliante che se fosse stato scelto un NO
forte chiaro e tonante, ma per andare OLTRE, ponendo sul piatto
parallelamente un’agenda di progetti di riforme, sia costituzionali che
non, redatti e sottoscritti secondo l’art. 71 e sostenuti da un’imponete
formale “petizione alle camere” nella quale fossero confluiti, art 50,
sarebbe stato devastante per il SI perchè sarebbe stato battuto non
frenando, ma correndo di più e meglio, battuto con più riforme e
migliori, sottraendogli qualunque motivo propagandistico, trattenendo
con noi quelle personalità contro l’immobilismo, offrendo alla
Cittadinanza la possibilità di entusiasmarsi partecipando attivamente,
sotto la Vostra saggia regia, a disegnare un futuro diverso e migliore.
Quella Cittadinanza che non aspetta altro che di “bastonare
metaforicamente” con la Costituzione quella mediocrità che intossica le
istituzioni, responsabile del degrado e del declino in cui il Paese di
dibatte e che pare inarrestabile!
Tre dei Vostri
professori più celebri e impegnati, hai quali ho potuto sottoporre
questa ipotesi, hanno espresso la loro condivisione. L’ultimo 15 gg fa,
piuttosto sorpreso, inizò la sua risposta con: “Ormai è tardi…”. Ma
non è vero! Se si avviasse la pratica sarebbe come una slavina che in un
attimo dalla vetta scende sino a fondovalle! Si può ancora fare! E solo
l’avvio già sarebbe sufficiente ad attivare una ribellione costruttiva
nel segno e nel solco della Costituzione, avviando perfettamente e nel
modo migliore, cioè esercitando gli artt. 50 e 71, quell’attuazione della
Carta di cui Voi scrivete e parlate, riportando in Parlamento,
attraverso i Vostri progetti, quel rigore morale e culturale che ne è
stato espulso come un pericoloso corpo estraneo per far posto ad una
mediocrità offensiva!
Paolo Barbieri